L’inizio sfolgorante di un grande vandiniano. Anthony Abbot : L’omicidio di Geraldine Foster

Anthony Abbot : L’omicidio di Geraldine Foster (About the Murder of Geraldine Foster, 1930) – trad. Igor Longo – I Classici del Giallo Mondadori N.1868 del 2005

copertine gialli blog 029.jpgDei sette romanzi che Charles Fulton Oursler alias Anthony Abbot scrisse dal 1930 al 1943, About the Murder od Geraldine Foster, è il primo.
E’ il romanzo che per primo impone i caratteri di Anthony Abbot, in quanto grande romanziere dei primi anni trenta, non molto prolifico (un po’ come Charles Daly King) ma sviluppatore di intrecci e di trame di prima qualità. Come quella di questo primo, grande romanzo, in cui si può dire campeggino 4 grandi soggetti in tutta la storia: Thatcher Colt, l’investigatore; il dottor Maskell, l’indiziato n.1 ; Geraldine Foster, la vittima; X, l’omicida. Il fatto che abbia designato Maskell come indiziato n.1 è perché su di lui convergono più sospetti, ma di indiziati ve ne sono almeno tre.
Tutto comincia quando Betty Caldwell coinquilina di Geraldine Foster, denuncia la scomparsa dell’amica alla polizia di New York: Geraldine non è stata più vista ritornare a casa e se ne sono perse le tracce da tre giorni, cioè dal 24 dicembre, Vigilia di Natale.
Geraldine è la segretaria del dottor Maskell, noto medico internista di New York. Qualcuno ha sentito una discussione alta per tono di voce tra Maskell e la sua segretaria.
.Nel sopralluogo fatto a casa della Caldwell e di Foster, frugando nei cassetti, Colt rinviene in uno spazio vuoto dietro un cassetto un frammento di missiva, la cui calligrafia è riconosciuta da Betty come quella della sua amica, nella quale Geraldine  ricatta qualcuno per una somma di 4000 dollari al fine di non rivelare delle cose compromettenti. Tuttavia la cosa strana di cui si accorge Colt è che, scritto qualcosa con la penna e la carta utilizzata in casa per scrivere, il suo scritto è di un colore diverso da quello della lettera ricattatoria: come mai se l’inchiostro usato per la stilografica è sempre lo stesso? In più in una giacca nell’armadio, viene trovata una grossa chiave che nessuno sa cosa apra.
Successivamente vengono interrogati i familiari della Foster e si viene a sapere che Geraldine se avesse voluto avrebbe potuto chiedere in qualsiasi momento soldi a suo padre, di condizione benestante, che non avrebbe certo negato il suo aiuto finanziario alla figlia. Quindi non c’era neanche motivo per ricattare. Il fratello Bruce aveva pensato c’entrasse il fidanzato della Foster: prila lasciati si erano rappacificati lui e Geraldine. Ma poi si viene a sapere che il fidanzato non c’entra nulla.
A questo punto Thatcher Colt va  a casa del dottore, che dice di non sapere nulla della scomparsa della sua segretaria, ma parla di una strana visita che ha ricevuto il 24 dicembre sera: una misteriosa donna, avvolta in un soprabito col bavero alzato è andata a cercare presso il suo studio la Foster e pur avendo ricevuto risposta negativa dal dottore, con una scusa è andata nel magazzino e poi visto che non c’era la donna, è andata via in taxi. Colt è insospettito dal modo di parlare del dottore che dimostra di non aver detto tutto soprattutto dopo che lui,Colt, in un armadio, nel quale il dottore dice di non aver visto dalla mattina del 24 dicembre, trova la pelliccia e la borsetta di Gerardine Foster: dove può essersi cacciata la ragazza se nello studio ha lasciato la pelliccia, tenuto conto che quel 24 dicembre aveva fatto freddo?
Intanto passano i giorni e Geraldine Foster non si trova. Si viene a sapere intanto dai familiari che la ragazza aveva ricevuto l’anno prima delle comunicazione da un sedicente Ephraim che aveva annunciato sviluppi nobiliari nelle sue origini familiari, ma da molto tempo si erano perse le tracce: dopo indagini si viene a scoprire che Ephraim era una donna.
Intanto Betty il 3 gennaio telefona alla polizia e annuncia di aver trovato altri frammenti della missiva, che ha ricostruito: nel biglietto si parla di un ricatto e di un posto dove incontrarsi: una casa a Peddler’s Road. Thatcher incarica Abbot di andarvi, e lui invece di andarvi da solo si porta la bella Betty di cui si è invaghito: trovato il posto (terreno in periferia, boscoso, in un lotto edificabile ma ancora deserto), trovano anche la casetta, un prefabbricato a due piani: la cosa strana è che sembra abbandonata, ma per terra trovano sette colombi morti, da parecchio, almeno dieci giorni, le cui penne sul davanti sembrano sporche di sangue. Colto da presentimento, Abbot prova ad aprire la porta che gli si apre su uno spettacolo terribile: l’interno e completamente devastato e vi è sangue dappertutto: per terra, sui muri, sui mobili, sulle tende. Una pozza sul pavimento, sangue persino nel camino, ma del cadavere..nessuna traccia. Mentre è lì, si materializza davanti ad Abbot il suo capo Thatcher Colt che lo invita a far restare la ragazza fuori. Colt ha preceduto Abbot e ha già trovato al piano di sopra altre tracce di sangue;inoltre nel bagno, in cui aleggia un curioso profumo di pino, accanto ad asciugamani sporchi di sangue,ha trovato nella vasca un orologio da donna, fermo alle 17,10. Inoltre Thatcher dice al suo braccio destro che ha trovato un piccione morto, e impronte nella polvere di un bambino. Abbot non gli ha ancora detto che prima di trovare la casa aveva parlato con un ragazzino che abita nelle vicinanze che oltre ad avergli parlato della casa abbandonata, gli aveva anche riferito di avervi visto dentro, essendovi penetrato attraverso una finestra rotta, un fantasma di una donna completamente nuda, ricoperta di sangue.
Sguinzagliati i suoi uomini tutt’attorno e nella casa, viene da uno fatta l’orrida scoperta: in una piccola radura lì vicino, viene trovata della terra smossa. Alla luce delle torce, aiutandosi con le mani per smuovere meno terreno e per togliere quindi meno prove, viene trovato il cadavere di Geraldine Foster in uno stato pietoso: è stata fatta letteralmente a pezzi e mutilata. Ferite terribili si notano sul suo corpo completamente nudo, e ad un dito è ancora presente un anello con diamante; una federa bagnata è posata sul viso a coprirlo, mentre quello che resta del corpo è pure bagnato.
Il corpo non presenta segni di decomposizione, per cui, nonostante i piccioni morti da almeno dieci giorni farebbero pensare che la lotta sia avvenuta intorno al 24 dicembre, il medico legale ritiene a prima vista che la morte sia sopravvenuta da almeno 36 ore e non oltre 48.
Uno dei poliziotti, quello che aveva trovato la tomba, riempie una bottiglietta di uno strano liquido che si è raccolto attorno al cadavere ma che non è sangue; e inoltre vengono trovati due bottiglioni: sono simili ad uno trovato nello studio del dottore Maskell. Ci si ricorda che qualcuno aveva visto, il 24 dicembre precedente,la Foster, assieme ad una donna, lasciare lo studio del dottore portando due bottiglioni; e che quel 24 dicembre allo studio del medico tre bottiglioni erano stati recapitati, con tutta urgenza, anche sei il medico aveva negato di saperne qualcosa.
Sviluppi seguiranno a questo ritrovamento orrido: si saprà che la casa è di proprietà del dottor Maskell, e quindi si supporrà che il ricattato fosse lui. Inoltre gli effetti personali trovati nel suo studio indurranno gli inquirenti, in particolare il Procuratore Distrettuale Merle Dougherty, a sospettare del medico in quanto assassino e a definire quello un omicidio passionale: gioca a sfavore del medico anche l’arma trovata nella casa, una scure a doppia lama coperta di sangue, che mal si adatta ad un omicidio premeditato.
In realtà il medico per l’ora della morte avrebbe un alibi inattaccabile: si sgretolerà quando l’autopsia rivelerà che la morte della ragazza non è avvenuta al massimo due giorni prima ma dieci giorni prima: nel suo stomaco vengono trovati resti di lumache che la ragazza aveva mangiato al pranzo del 24 dicembre. Com’ è possibile se la decomposizione non è neanche cominciata? Il corpo è stato immerso, presumibilmente nella vasca del bagno della casa, in acido tannico, che è il liquido prelevato con la bottiglietta e analizzato: è utilizzato per la concia delle pelli e ha la peculiarità di ritardare la decomposizione.
Si tratta di vedere se ora l’alibi del medico, per l’ora della morte, cioè le 17.10 del 24 dicembre possa reggere o meno. E soprattutto se sia stato lui oppure se farebbe di tutto, anche rischiare la pelle, per salvare una donna: perché una donna è certo che c’entra. Infatti i capelli rinvenuti sul luogo del delitto non sono dello stesso tipo pur essendo entrambi di donna.
Molte cose avverranno, tra cui: capire chi sia la donna che il dottor Maskell voglia proteggere; perché le ferite della povera Geraldine trattenessero fibre di tessuto se il cadavere era nudo (come se l’avessero denudata da morta) ; chi fosse la donna che sia era spacciata da esperto di origini familiari e perché aveva usato un nome falso; che fine avesse fatto l’altra federa spaiata; supposto che fosse stata comprata da qualcuno, chi l’avesse fatto (una volta che fosse stata tagliata in strisce sottili e affidata a tutti gli agenti di polizia possibili, esperti nel ramo delle ricerche); chi avesse il movente, l’opportunità e le possibilità per commettere l’omicidio: se fosse il dottore, o nel caso non lo fosse, chi lo volesse morto sulla sedia elettrica; capire se si sia trattato di omicidio passionale e quindi di un raptus improvviso come sostiene il Procuratore Distrettuale, oppure di un omicidio accuratamente premeditato così da sembrare passionale, come sostiene Thatcher Colt; capire soprattutto se sia stato il dottor Maskell o altro; se infine l’omicida sia uomo o donna, e se donna, chi essa sia: Betty (e poi perché); la moglie del dottore da cui egli è separato e che non gli ha mai concesso il divorzio; la donna che egli ama; o altra persona. images?q=tbn:ANd9GcQTlKTJ4uxdLdttkXzWZL5oqNfo9lfjegSLHZR4kRvgIj9EkmsgOg
Abbot fu un vandiniano? Indubbiamente sì: come lo poteva essere Daly King o Ellery Queen!
Il suo essere un seguace di Van Dine è indicato da alcuni indizi: innanzitutto Abbot come Van Dine (o Ellery Queen) è personaggio della storia e nello stesso tempo scrittore della storia; Abbot oltre che essere personaggio della storia, è (come per Philo Vance lo è Van Dine) il fido assistente del personaggio principale , l’investigatore della storia, che è Thatcher Colt, Commissario di Polizia; nella storia vi dev’essere un investigatore dilettante e in questa esso è proprio Colt il cui ruolo non deve trarre in inganno: in America, il Commissario non ha il ruolo che ha in Francia o in Italia. Infatti mentre in Italia e in Francia, il Commissario è un funzionario del Ministero degli Interni con funzioni di polizia giudiziaria che le svolge sul campo, compiendo arresti e quant’altro, in America il Commissario non ha funzioni di polizia operative ma prettamente amministrative e di raccordo tra il Sindaco e il Capo della Polizia. Quindi Thatcher Colt, essendo un Commissario, non dovrebbe avere funzioni operative, di investigazione: il fatto che le abbia, lo designa come un soggetto che svolge funzioni operative impropriamente, per cui può essere assimilato ad un investigatore dilettante. Infine, perché fosse vandiniano Abbot, il suo investigatore dovrebbe, come Philo Vance avere nozioni enciclopediche; e Thatcher Colt le ha, in parecchi campi: scientifici e tecnici (riconosce a prima vista di che tipo sia un inchiostro, e come decolorare un capello umano; applica varie tecniche di investigazione scientifica: come l’esame di due tipi di rossetto diversi; l’esame delle sostanze trovate sotto le unghie della vittima; l’esame di capelli di tipo diverso; l’applicazioni di tecniche sperimentali a possibili indiziati, come la macchina della verità, che registra la pressione sanguigna ed il battito cardiaco in base allo stato emozionale del soggetto o il siero della verità a base di scopolamina, che attenua tutti i sensi dell’individuo tranne quello dell’udito); è un cultore di Letteratura e scrive poesie.
Tuttavia varie tendenze nel suo romanzo sono peculiari: la sua propensione ad usare spesso nei suoi romanzi, diavolerie scientifiche è figlia di quei tempi e  deriva dall’uso che ne avevano fatto autori come Cleveland L. Moffett, Crofts o Freeman; in parecchi dei suoi romanzi le vittime sono donne, ma non per questo è scrittore di vecchia maniera, che tenda ad eliminare “il gentil sesso” dai sospetti; i suoi romanzi sono dei tipici Procedurals impropri, in cui l’indagine, per il fatto che venga svolta da un alto funzionario di polizia, viene strutturata in varie sottoindagini affidate ai vari reparti operativi che a lui fanno capo: se Colt non fosse stato un poliziotto, esse sarebbero state svolte da lui o da suoi incaricati ed in questo caso non si sarebbe parlato di un Procedural.
Quello che è peculiare però al sommo grado è che il romanzo, in questo caso, si basi solo su un delitto: sulla base di questo si svolgono così tante indagini ristrette ai vari indizi che possono portare ad una pista o a diverse altre, che la stessa attenzione del lettore viene continuamente distolta, con il risultato di venire letteralmente sorpreso dalla rivelazione finale che sovverte ogni tipo di logica già realizzata. Né tantomeno Abbot nasconde o non dice determinate cose, poi rivelatesi importantissime: la soluzione dà ragione a tutte le domande rivolte nel corso del romanzo. Il detective, in Abbot, anticipa in certo modo quello che farà Carr o Rawson, facendo sì che l’attenzione dello spettatore della magia, come può fare un illusionista, sia rivolta verso una direzione mentre è l’altra che porta a risultati tangibili. La risultante è un senso di straniamento e stupore che coglie impreparati.
Inoltre è da dire come la stessa qualità dell’investigazione sia del tipo vandiniano: come un qualsiasi altro investigatore del tipo, Colt unisce qualità di indagine acutamente psicologica a tecniche di esame indiziario di tipo prettamente sherlockiano, ricordando però che in ogni storia in cui vi sia lui, la deduzione di Colt non è semplice, non porta necessariamente ad un risultato, ad una via, ma anche ad altre: così per esempio la valutazione intelligente delle farneticazioni di un bambino che dice di aver visto un fantasma possono spiegare il perché il corpo di Geraldine fosse completamente nudo.
Il romanzo si presta anche ad un ulteriore tipo di critica, questa volta sociale:
i detectives vandiniani sono per loro natura esponenti dell’intelleghentia dell’Alta Borghesia, e tutte le storie che li vedono impegnati, riguardano delitti che maturano solo negli ambienti più esclusivi delle grandi metropoli, quasi che il delitto più contorto e più complesso non potesse risiedere in ambiente degradato e di ceto basso, ma invece in uno molto alto.
Anche in questo romanzo, vi è una esemplificazione di questo tipo: l’Alto Commissario si occupa di un delitto che vede coinvolto uno dei professionisti più conosciuti della città, il cui fratello e la cui cognata sono a loro volta tra gli avvocati più brillanti del foro newyorkese. Ci si aspetterebbe quindi che Abbot analizzasse gli aspetti più peculiari di questa area sociale. Invece, viene illustrata con grande finezza e direi anche con melanconico occhio la vita di ogni giorno della media e piccola borghesia, i sogni infranti e le aspettative di giovani e di meno giovani che la Grande Depressione del 1929 ha disilluso e che sognano di potersi accreditare presso la società che conta mediante una inaspettata eredità o con un cognome di origini nobili. La grandezza narrativa dello scrittore è rappresentata meglio di ogni altra cosa, direi, forse dalla descrizione che fa del cadavere in quella fossa anonima, fissando il suo sguardo sul particolare più doloroso: “..ma ad un dito sottile si poteva ancora notare il diamante di un anello di fidanzamento”. Cosa significa questa descrizione? Che una ragazza che stava per coronare il suo sogno più bello e che era da qualcuno amata, è stata violentata nelle sue speranze e nelle speranze di qualcun altro, e le è stato precluso il lieto fine di un sogno, l’unico a cui una ragazza di famiglia di condizione media potesse ambire. Ma quell’anello con brillanti significa anche altro: che per chi l’ha uccisa, quell’anello con diamante non significava nulla, monetariamente e socialmente parlando. Quindi che l’assassino o l’assassina apparteneva ad un mondo in cui un piccolo anello con diamante del tipo da fidanzamento non poteva rappresentare che poca cosa, quasi un oggetto di bigiotteria. Per questo non degnandolo di uno sguardo e lasciandolo nella nuda terra.
Il romanzo, come si vede, è un’autentica bellezza: un romanzo indimenticabile nella sua forza drammatica, nella tessitura fine della trama, nella potenza evocativa della scrittura, nella poliedricità delle situazioni, nella molteplicità di false piste, che inducono il lettore a seguire dei presupposti indicati mentre invece l’azione investigativa si rivolge verso altro. In questo modo il finale è fantastico, di rara bellezza: ti aspetti che l’omicida sia X ed invece è Y.
E questo solo perché non hai esaminato tutte le possibili implicazioni, e tutte, ma veramente tutte, le possibili persone coinvolte.

Pietro De Palma

L’inizio sfolgorante di un grande vandiniano. Anthony Abbot : L’omicidio di Geraldine Fosterultima modifica: 2013-02-16T00:51:56+01:00da lo11210scriba
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2 pensieri su “L’inizio sfolgorante di un grande vandiniano. Anthony Abbot : L’omicidio di Geraldine Foster

  1. Finalmente ho tempo di scrivere il mio commento dopo aver finito di leggere il libro… Confermo il giudizio positivo, tanto più avendo individuato il colpevole. Ho un solo dubbio: perché sono morti i sette uccelli? E mi sembra che non sia spiegato perché Colt è così sicuro del sesso dell’omicida. Per il resto, merita davvero un buon voto!

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