V.C. Clinton-Baddeley : Applausi per un delitto – I Gialli di Qualità RIZZOLI N.29, 1975

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Fu attore, scrittore, sceneggiatore, e giallista. Chi ? V.C.Clinton-Baddeley.

– “Mai sentito nominare”, sarebbe sicuramente la risposta data da un ipotetico intervistato in una altrettanto non meglio precisata libreria. E siamo sicuri che questo nominativo darebbe non pochi grattacapi anche al lettore più smaliziato. La ragione? E’ un autore che ha scritto molto poco e in Italia è quasi sconosciuto: dico “quasi” perché un romanzo fu pubblicato da Longanesi e altri tre furono pubblicati dalla Rizzoli, nella serie de I Gialli di qualità, negli anni settanta.

Nato nel 1900 nel Devon, in Inghilterra, l’autore, dando retta a quanto si legge in “Revised Crime Fiction IV”, di Allen J. Hubin, si chiamava originalmente V(ictor Vaughan Reynolds Geraint) C(linton) Clinton-Baddeley, poi ridotto in V.C.Clinton-Baddeley;  aveva conseguito un dottorato in Storia ed era stato un estensore della sezione di storia moderna dell’Enciclopedia Britannica, prima di divenire autore di operette, pantomime, lavori teatrali e anche lavori televisivi: tra questi, uno in cui lavorò come autore e attore fu The Billiard Room Mystery.

Autore garbato, grande esperto di arte e di teatro, preferì ambientare i suoi romanzi gialli – ne scrisse cinque in tutto – nel mondo che conosceva assai bene. In questo è simile ad altri giallisti assai più conosciuti di lui, come per esempio Edmund Crispin o Ngaio Marsh, nello sfruttare la  più nota attività professionale per creare i presupposti e gli scenari più adatti dei lavori romanzeschi. Il suo personaggio fisso, neanche a farlo apposta, è un professore universitario esperto e appassionato di teatro, il Dott. R.V. Davie, che si diletta a fare il detective; e che inciampa, sempre per caso, in strani fatti che si concludono con omicidi.

Baddeley anche se talora è un autore spettacolare, non si compiace e preferisce il silenzio al clamore: tuttavia le sue creazioni sono sempre efficaci e frutto di atmosfere britanniche. Inoltre pur essendo uno scrittore tradizionalmente legato alla detection classica, ama variegare la trama dei suoi romanzi, che non presentano quasi mai delle caratterizzazioni statiche, anzi il contrario: molto spesso il dottor Davie partecipa a feste, a festival di musica classica, a spettacoli teatrali. Tuttavia, a parer mio, Clinton Baddeley, tra gli scrittori dell’ultima metà del ventesimo secolo, è uno di quelli che più hanno fatto tesoro della grande tradizione del mystery britannico, ricreando  un nuovo detective, che come il detective belga Poirot, la vecchia zitella Miss Marple, e l’ex insegnante Miss Silver, riesce a dare un senso alle cose più oscure, semplicemente parlando con le persone interessate e non, negli scenari delittuosi cittadini: tutti saranno vinti dalla sua aria dimessa, pacifica e bonaria e confideranno quello che non avrebbero mai ammesso di sapere se la domanda gli fosse stata rivolta da un ufficiale di polizia.

Clinton Baddeley tradisce in tutti i suoi romanzi la voglia di parlare di arte e di storia: le digressioni e le possibilità che il dialogo sulle questioni del delitto si interrompa, sono numerose; nonostante ciò, in nessun caso si sarebbe tentati dal commentare che la cosa appesantisca il romanzo, perché il tutto fluisce come se il delitto non fosse altro che uno degli eventi di cui fa parte la giornata tipo. Infatti, se in altri romanzi di altri scrittori, allorché avviene il delitto l’atmosfera cambia, e cambia il ritmo e la successione degli eventi, come un trauma che modificasse inderogabilmente una situazione che invece sarebbe fluita in altro modo, nei romanzi di Clinton Baddeley tutto continua come se non fosse  accaduto nulla: la vita cittadina continua, e anche la vita del dottor Davie continua a fluire come è suo solito, e persino il sonnellino pomeridiano non viene turbato.

Assistiamo cioè ad un diverso ed interessante modo di porsi all’interno di un romanzo poliziesco: allorché normalmente nei romanzi britannici più famosi, nel momento in cui avviene il delitto, cambia l’atmosfera e lo l’obbiettivo fotografico del romanziere, invece che riprendere come un grandangolare la realtà circostante di cui anche quella in cui avviene il delitto esiste (e in cui può anche essere un particolare trascurabile), subito effettua una zoomata ed esamina particolarmente l’ambiente delittuoso e i soggetti che in esso si agitano e quindi stacca la scena; negli scenari di Baddeley invece, anche a delitto avvenuto, tutto continua a scorrere come se nulla di nuovo ( o quasi) fosse intervenuto: che si tratti della rappresentazione teatrale di un lavoro della Commedia dell’Arte, come in “To Study a Long Silence”, oppure che si sia immersi nel Festival di King’s Lacy, come in “ Only a Matter of Time”.

Tra i suoi romanzi uno che mi è particolarmente piaciuto, è stato “To Study a Long Silence”, tradotto in Italia da Rizzoli col titolo “Applausi per un delitto”. Simpatico il titolo, che pur non rispettando quello originale, si inserisce nel tema del romanzo con un doppio significato: Applausi perché il delitto è stato concepito quasi come un’opera d’arte, ma anche Applausi perché il delitto si è svolto in un teatro davanti al pubblico.

Già, davanti al pubblico. E questo richiama un altro grande romanzo, Death of Jezebel, di Christianna Brand, tradotto in Italia in Mondadori come “Morte di una strega” (ma anche The Roman Hat Mystery, “La poltrona N.30” di Ellery Queen) in cui davanti agli occhi del pubblico, durante una rappresentazione teatrale avviene un delitto. Tuttavia gli scenari, come abbiamo detto prima, non sono gli stessi: le atmosfere, più rarefatte e drammatiche della Brand e di Ellery Queen, che è bene dirlo sono 2 autentici capolavori, qui non ci sono; tuttavia il delitto c’è ed è spettacolare: durante una commedia, Pantalone, Arlecchino e Colombina, Capitan Spaventa e Pedrolino, e molti altri personaggi secondari, si muovono, impersonando ruoli secondo un canovaccio, non un testo base, ma uguale a tanti altri da Il Barbiere di Siviglia al Don Pasquale, che provoca le risate degli spettatori; ad un certo punto della commedia, Capitan Spaventa cerca in tutti i modi di uccidere Pantalone, senza riuscirci, ma Pantalone trova la morte per una caduta rovinosa in una carriola, causata dal movimento del ventaglio di sua moglie e il Pagliaccio porta il suo corpo in una carriola, tra i lazzi e le risate: nessuno sospetta che invece l’attore che impersona Pantalone è davvero morto, assassinato.

Come si vede l’invenzione scenica di Baddeley è notevole, e tradisce la sua verve di scrittore di teatro. A differenza del romanzo della Brand qui non ci troviamo dinanzi ad una Camera Chiusa, solo perché una porta, attraverso cui sarebbe potuto uscire dal palcoscenico l’assassino, invece che essere chiusa ermeticamente è chiusa semplicemente e quindi era apribile in ogni momento. Legare all’omicidio la sparizione di un anello di scena, è cosa da poco per il Dottor Davie, dopo che un secondo omicidio darà un improvviso scatto alla vicenda. Tuttavia, l’omicida non viene arrestato, perché muore di incidente stradale, straziato tra le lamiere contorte e i cristalli in frammenti, durante una sua fuga in automobile tallonato dalle auto della polizia.

La soluzione del caso conclude il romanzo e spiega la sequenzialità dei fatti e come il primo omicidio, che è l’anima del romanzo, possa essere stato compiuto in così poco tempo ed il perché proprio Pantalone, fra tutti gli attori, sia stato il solo a non presentarsi per ricevere gli applausi.

-“Semplice”- direbbe qualcuno – “era morto”.

No. Non così semplice. Anzi, niente affatto semplice. Posso dire, senza rivelare nulla di sostanziale, che qui il mistero è per certi versi opposto a quello di “Corpi al Sole”, della Christie: svelarlo, sarà una sorpresa di chi leggerà questo bel romanzo, che è l’ultimo in ordine di tempo ad essere stato pubblicato, dei cinque romanzi gialli di Clinton Baddeley.

Così, potremmo benissimo immaginare come l’addormentarsi del Dottor Davie che nell’ultimo rigo del romanzo viene vinto dal sonno, possa essere visto come la metafora del romanziere che, di lì a poco, sarebbe stato vinto dal riposo..eterno.

V.C. Clinton Baddeley muore nel 1970.

Piero

V.C. Clinton-Baddeley : Applausi per un delitto – I Gialli di Qualità RIZZOLI N.29, 1975ultima modifica: 2010-12-01T11:36:00+01:00da lo11210scriba
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