Ngaio Marsh : La medaglia del Cellini, I Classici del Giallo Mondadori, N.1270 del 28 aprile 2011

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Ngaio Marsh : La medaglia del Cellini (Death in a White Tie, 1938), trad. Ada Salvatore (1^ ediz. I Libri Gialli Mondadori, N.222 del Novembre 1939, Anno XVIII), I Classici del Giallo Mondadori, N. 1270 del 28 aprile 2011.

 

A parere mio uno dei migliori Marsh che abbia mai letto!

E’ presto detto, si fa per dire : un romanzo sontuoso, non semplice giallo, con una trama ed una atmosfera che cambiano completamente e continuamente; un grande romanzo, corposo, di quasi trecento pagine, quando i gialli classici che le raggiungono sono la minoranza; un romanzo che sa unire la trama poliziesca alle storie dei vari personaggi, almeno di alcuni, con grande penetrazione psicologica, e insieme con estrema delicatezza; un romanzo, in cui anche gli uomini, piangono come le donne.

La storia è ambientata nell’alta società, cosa accade comunemente nei Gialli classici anteguerra: un ricattatore si è impadronito di segreti compromettenti, e in cambio della loro non rivelazione, ricatta delle nobildonne. La prima è la fatua giovane moglie del Generale Halcutt – Hackett, che molto ingenuamente si presenta dalla polizia chiedendo aiuto, “per una sua fantomatica amica”; la seconda è Lady Evelyn Carrados, moglie di Sir Herbert Carrados.

A dirigere le indagini è Roderick Alleyn, figlio di Lady Alleyn, e quindi anche lui di nobile lignaggio. Il ricattatore pretende da ogni ricattata che ella lasci la propria borsetta da sera con 500 sterline nei posti da lui indicati, tutti ritrovi del bel mondo: per passare inosservato, quindi, anch’egli deve appartenergli, o comunque gravitarvi intorno.

Una delle particolarità del romanzo è ,oltre i caratteri cui sommariamente ho accennato, la varietà ed il rilevante numero dei personaggi che vengono interessati: c’è il Capitano Maurice Withers, un personaggio dal dubbio passato; il Generale e la Signora Halcutt-Hackett, Sir Herbert Carrados e Lady Evelyn Carrados; Violet Harris loro segretaria; Bridget, figlia di primo letto di Lady Carrados; c’è lo stesso Roderyck Alleyn figlio di Lady Alleyn e celebre Ispettore di Scotland Yard, nobile e fratello di un baronetto; c’è l’ambiguo Dimitri, capo di una azienda che oggi diremmo di “catering”, che si occupa dell’organizzazione, delle vettovaglie e del personale per i grandi ricevimenti; ci sono Lord Robert “Bunchy” Gospell, amico di Roderyck e la nobildonna Lucy Lorrimer; c’è il nipote “dilapidapatrimoni” di Lord Gospell, Donald innamorato di Bridget; c’è la pittrice Agatha Troy; e anche il medico dei Carrados, Sir Daniel Davidson.

Si capisce allora come individuare il ricattatore possa essere una cosa di non poco conto: Roderyck, chiede allora l’aiuto al suo amico Lord Gospell: sarà lui un agente in incognito, durante un ricevimento dai Carrados, e sarà attento ad individuare il ricattatore. Però qualcosa va storto e a ricevimento finito, Gospell viene ucciso, soffocato in un taxi, senza che l’autista se ne accorga e senza che la vittima strepiti poi tanto: come avrà fatto? E chi egli mai sarà?

Roderyck Alleyn si viene a trovare di botto trascinato da una semplice (ma poi mica tanto?), indagine su un ricattatore, ad una su un ricattatore ed un assassinio.

Altra particolarità di questo romanzo è che, molto più facilmente, si trovano trame in cui ad essere ammazzato è il ricattatore, e ad essere ricercato è il ricattato; qui c’è una diversità d’impianto: siccome Gospell noi sappiamo che non è il ricattatore e neanche il ricattato, ma solo un collaboratore volontario delle forze di polizia, se ne desume che l’assassino probabilmente è anche il ricattatore o comunque un suo complice. Ma perché ha ucciso Gospell? Perché aveva scoperto chi egli fosse?

Fatto sta che Roderyck è più che mai determinato: non solo ha ucciso un innocente, ma per di più suo fraterno amico. Leggere e raffigurarsi una scena in cui un Ispettore di Polizia pianga per un amico morto, non è cosa usuale nei Gialli, dove di solito il detective è staccato dai personaggi del dramma, ed è più che “Inter Partes”, “Super Partes”. In questo notiamo una caratterizzazione che fa della Marsh una scrittrice di prima grandezza:  più che una Giallista imprestata alla Letteratura tout court, il contrario.

Il ricattatore, quello che prende i soldi, viene individuato, abbastanza presto: più arduo è stabilire se egli sia l’assassino oppure se abbia un complice, o meglio se egli più che essere il ricattatore, lavori per quegli.

Noto un’altra cosa: Ngaio Marsh, per esprimere la brutalità dell’omicidio, e la sua bassezza, l’aver agito a tradimento da parte dell’assassino, senza che la vittima si accorgesse di quello che gli stava accadendo; e poi essersi appropriato del suo mantello e cappello, cioè dei suoi dati di abbigliamento caratterizzanti (viene paragonato a Chesterton), aver imitato la vocina del morto e aver spedito il tassista ad un certo indirizzo, procede alla descrizione dello stato in cui viene rinvenuto il corpo da Roderyck (infatti il tassista, essendosi accorto dell’omicidio in un secondo tempo, va di corsa alla centrale di polizia chiedendo al piantone di parlare ad un responsabile di grado elevato, che in quel caso è proprio l’Ispettore Capo di Scotland Yard, Roderick Alleyn): “Lui non rispose. Era solo con il suo amico. Le mani grassocce erano immobili. I piedi erano voltati all’indietro come quelli di un bimbo. La testa era piegata sulla spalla, languidamente, come quella di un bambino malato” (op. cit. pag. 65). In altre parole la Marsh per stigmatizzare la ferocia dell’assassinio, paragona il defunto Lord Gospell ad un bambino: chi mai ucciderebbe mai un bambino, un essere innocente, e per di più malato, se non un assassino feroce? Così per caratterizzare psicologicamente l’assassino si serve della descrizione della sua vittima: un procedimento abbastanza interessante.

Roderyck Alleyn dovrà quindi ricorrere a tutta la sua perizia, furbizia e sagacia, per costringere i vari personaggi a rivelare quei piccoli segreti che inconfessati servono solo a distogliere le indagini della polizia dall’acciuffare il vero assassino.

Non sarà cosa facile. Ma alla fine vi riuscirà, grazie ad un cofanetto francese antico e ad un portasigarette pacchiano ma con incastonata tra brillanti, una “medaglia del Cellini”. Che permettono di inquadrare l’assassino nell’affresco dell’assassinio, assegnandogli il ruolo suo proprio e distruggendo il suo alibi.

E in questo tourbillon, verranno arrestati un biscazziere, un ricattatore ed un assassino, il primo per niente complice degli altri due; verrà rivelata una bigamia, una relazione extraconiugale, verrà distrutta un’organizzazione dedita ai ricatti; e infine anche il sensibile ma determinato Roderyck Alleyn troverà l’amore, in un finale a lieto fine.

La ripubblicazione della palmina anteguerra N. 222 del 1939, anche da me più volte richiesta sul Blog Mondadori, è un grande evento per quanto riguarda la pubblicazione dei grandi gialli classici della produzione Mondadori da tantissimi anni dimenticati: l’operazione portata avanti da Mauro Boncompagni, responsabile dei Classici del Giallo Mondadori, è di grandissima portata. Si trattava infatti non solo di riportare i nomi, precedentemente italianizzati, alla precedente forma anglofona, ma anche di dare una rinfrescata all’italiano tutto sommato molto buono della traduzione di Ada Salvatore, modernizzando dei termini, che oggi paiono parecchio desueti: per es. “figlia” al posto di “figliuola” o “aprì” al posto di “aperse”, etc..

Io ho notato un refuso per così dire divertente (tutto sommato innocente e veniale) in prima pagina e che si può apprezzare solo comparando le due versioni, ma quello che sottolineo a margine di questa operazione culturale assai apprezzabile (soprattutto perché trattasi di uno dei più bei romanzi di Ngaio Marsh una delle scrittrici di lingua anglosassone ma di natali neozelandesi, più importanti del secolo scorso) è il fatto che stranamente, nella ristampa, non son state riportate le Note del Traduttore e soprattutto la piantina, presenti nella prima edizione. Invece, rispetto a questa, l’elenco dei tanti personaggi, caratteristico dei gialli Mondadori del dopoguerra, ha il pregio di dare al lettore un riferimento, che in quella mancava.

Un romanzo da correre ad acquistare in edicola, e che a parere personale, meriterebbe una pubblicazione anche negli Oscar, magari ripristinando la piantina e le Note del traduttore, che non aggiungono o tolgono nulla di importante, ma che sono per così dire “caratterizzanti”.

 

P. De Palma

Ngaio Marsh : La medaglia del Cellini, I Classici del Giallo Mondadori, N.1270 del 28 aprile 2011ultima modifica: 2011-05-27T11:05:00+02:00da lo11210scriba
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