Charles Willeford : La Sbandata – Hobby & Work, Noir, 2006

 

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Charles Willeford : La Sbandata ( Pick-Up), 1955, trad. Antonella Tonelli, Hobby & Work, Noir, 2006.

 

Cos’è un Noir?

Di solito un Noir è un romanzo od un film poliziesco che nasconde un mistero od invece è una storia più brutale, di crimini, e talora può essere sia l’uno che l’altra. Ma se davvero questo è Noir, il romanzo che ho letto, Pick-Up, “La Sbandata” di Charles Willeford, Hobby & Work, 2006, cos’è? Si legge che dovrebbe essere un Noir, e Willeford ha scritto Noir, ma..questo è un Noir? Non so. Forse sì, forse no. Ora mi spiego.

In  un Noir, come si dice oggi, termine che dice tutto e non dice niente, dovrebbe esserci innanzitutto un assassino, un ladro, uno scassinatore, uno stupratore, insomma un bastardo, o una bastarda: qui non c’è.

Dovrebbe esserci una vittima, scannata, scuoiata, fatta a pezzi, avvelenata, impiccata, pugnalata, insomma ammazzata: qui non c’è.

Dovrebbe esserci un movente: vendetta, cupidigia, odio, gelosia. Niente di tutto questo.

Magari non c’è nulla ma l’assassino si è coperto con un alibi: neanche uno.

Ma insomma cos’è questo romanzo? Non è un Noir violento. E’ semmai un Noir d’atmosfera.

E’ una storia di degradazione sociale, è la storia di due alcolizzati cronici che per caso un giorno si trovano e si innamorano. Poi uno dei due muore e..

Lui è Harry e lei è Helen; lui è un pittore fallito, nessuno ha mai acquistato i suoi quadri e quindi è finito a fare il cuoco, il facchino, a svolgere i lavori più improbabili, per poi consumare i suoi modestissimi soldi guadagnati, nell’affitto di una stamberga, in cui vive, tra tele, calzini sporchi, piatti sporchi e bottiglie di gin; lei, una donna con un’amnesia, che non ricorda dove stia la sua valigia e la sua borsetta, ubriaca.

Un bel giorno Harry incontra Helen: è un’altra dannata, come lui, che è scappata di casa, ed ora vive, tracannando whisky e gin a tutte le ore, sempre ubriaca fradicia. Il bello è che Helen è bella, dannatamente bella, e tra i due scatta qualcosa, una scintilla, insomma finiscono a letto, e lui si accorge di saperci ancora fare. E così cominciano a vivere assieme. E solo ora, cominciano i guai.

Già. Perché i due pur pensandola alla stessa maniera, ed essendo due derelitti, due rifiuti della società, due alcolizzati persi, hanno una diversa visione della vita: lui ama lei e l’alcool, lei ama l’alcool e lui. Non è proprio lo stesso. E rispetto al vivere comune, loro due sono un controsenso: laddove normalmente è il maschio che vuole il sesso e la donna pensa alla costruzione della famiglia, qui è il contrario: lui pensa a come sbarcare il lunario, a lavorare per mantenere anche lei, e lei vorrebbe solo stare con lui. E quando non sta con lui, beve. Vorrebbe stare solo con lui, e non le interessa che lui la mantenga. Lo capisce Harry il perché..poi.

Perché Helen, nel suo desiderio di bere, affoga i suoi drammi e affoga anche se stessa. Non le interessa più vivere. E per cosa poi? Ha tentato già il suicidio, buttando giù 24 compresse di aspirina, la notte in cui si era sposata: voleva essere amata e fare l’amore, e per questo al matrimonio era arrivata vergine, ed è stata stuprata dal marito che le ha strappato i vestiti e l’ha selvaggiamente violentata. E lei è rimasta selvaggiamente traumatizzata. Ora per lei il sesso può essere una maniera per vivere, che poi per lei significa bere, cioè dimenticare.

Harry l’aveva incontrata che lei non ricordava dove aveva messo la valigia ed anche la borsetta, quando è scappata dalla madre, presso cui si era rifugiata dopo il trauma della prima notte di nozze.

I due si amano, ma siccome prendono coscienza che non riusciranno ad andare avanti per molto, tentano una prima volta di uccidersi, con le lamette, solo che Harry non affonda troppo e quindi..si salvano.

Ritornati alla vita, pensano di farsi aiutare da qualcuno, magari in un ospedale pubblico: vanno al St.Paul dove i medici indagano più che sul tentato suicidio, sul perché Harry ed Helen stiano assieme. Perché ? Il perché verrà svelato alla fine, ma..qualcosa trapela: loro pensano che lei possa avere avuto qualche parente di colore.

Vengono dimessi, e seppure a malincuore, i due verranno aiutati anche dalla madre di lei, che però detesta Harry, lo odia, lo tratta come un animale. Ma comunque, li aiuta dando 25 dollari la settimana. Ovvimente non bastano per pagare la pigione, il vitto ed il whisky: e così lui cerca un lavoro. Ma a lei non  frega nulla: lei vuole stare con lui, vuole qualcuno con cui passare le ore, con cui parlare. Non trovandolo, mentre lui lavora da cuoco, va nei bar, senza pensare a quello che potrebbe accadere. La prima volta che Harry se ne accorge, la trova in un bar malfamato in compagnia di alcuni marines, che vorrebbero farsela,e perciò le hanno pagato da bere. Stavolta Harry riesce a portarla a casa senza che ci rimetta qualcosa sia lui che lei perché i marines hanno pietà (lui dice che sono sposati e che hanno pure figli); ma un’altra volta, lui la trova in compagnia di un marinaio mezzo sbronzo che la sta accarezzando un seno e toccando da sotto le parti intime: stavolta Harry rompe una bottiglia e gli sfregia la faccia.

Oramai anche lei è incapace di fermarsi quando sente lo stimolo del whisky: persino nel caffè lo beve la mattina. E perciò un bel giorno, allo stremo delle forze, non maturando altra decisione, decidono di ri-uccidersi, ma lo fanno stavolta col gas: un picccolo vasistas aperto salva Harry, ma non Helen.

Lui si dichiara colpevole, dice di averla uccisa, strangolata, rivela tutto, confessa tutto perché vuole morire, agogna la camera a gas: nessuno capisce perché uno desideri tanto morire. Sono abituati ad assassini spietati, e furbi: questo è il primo che rifiuti l’avvocato, che confessi, e che voglia disperatamente la Camera a gas. Fatto sta che Harry, con la sua storia, con il fatto che dipingesse, diventa un caso, e tutti vogliono un ritratto da lui; e c’è chi persino gli si offre sessualmente, con l’accondiscendenza di Benson, un secondino diventato suo amico.

Ma nella camera a gas Harry non entrerà mai: perché ? Perché non è lui l’assassino. Chi è allora?

Non lo dico. Ma ripeto che secondo me questo non è un Noir, e se lo è, allora è un Noir diverso.

Che ti lascia solo un gran vuoto.

E che ti fa male, dannatamente male, come un pugno ricevuto nello stomaco.

Un Charles Willeford d’annata, il suo secondo romanzo: e si vede tutto! Non è il Willeford di Miami Blues o The Way We Die Now: qui non ci sono bastardi e psicopatici, ma l’umanità degradata, quella sì che c’è! E’ un Willeford molto triste, quasi d’atmosfera, e ogni tanto riemergono i suoi vissuti, per esempio la pittura e la carriera militare.

Ancora di più quando negli ultimi due righi del romanzo, capisci che Willeford ha utilizzato una storia pseudo-poliziesca per parlare di qualcos’altro, di disagio sociale e di razzismo, in un’America che delle libertà dei popoli altrui si fa sempre paladina. Ma non sempre è riuscita a sanare le sue piaghe sociali e razziali.

Perché la storia nascosta in quella narrata qui, è la storia, nell’America degli anni cinquanta-sessanta, di una unione impossibile. E, il tutto, condito da una salsa triste che sa di depressione, di alienazione mentale, alcoolismo, per dimenticare i sogni infranti. Gli ultimi due righi sono da antologia. Capisci, sei costretto a capire, se già non l’hai fatto. In verità lui dissemina qualche indizio durante i dialoghi. E’ bravo chi li scova: Non dico però dove andare a cercarli, altrimenti rivelo parecchio del romanzo.

Questo è Willeford, questa è La Sbandata.

Il suo titolo Pick-Up, in realtà sarebbe dovuto essere, nella prima stesura, Until I Am Dead. E si sarebbe forse meglio ricollegato direttamente al romanzo, laddove Pick Up è molto più indiretto ma feroce.

Devo dire in tutta franchezza che mi ha ricordato parecchio Horace McCoy, e in particolare un romanzo ripubblicato poco tempo fa da Rizzoli, “Sarei dovuto restare a casa”, I Should Have Stayed Home, dove anche lì c’è degradazione sociale, e alienazione, sogni falliti e depressioni violente.

E del resto quando Willeford cominciava a scrivere romanzi nel 1953 con High Priest of California, Horace McCoy era già celebre e di lì a poco sarebbe venuto a mancare: non è quindi improbabile che Willeford abbia tratto parecchio da McCoy all’inizio, evolvendosi poi con gli anni.

P. De Palma

Charles Willeford : La Sbandata – Hobby & Work, Noir, 2006ultima modifica: 2011-05-23T10:08:00+02:00da lo11210scriba
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