John Dickson Carr: Lo spettro e il dottor Fell (The House at Satan’s Elbow, 1965) – trad. Mauro Boncompagni. I Classici del Giallo Mondadori n.753 del 1995

The House at Satan’s Elbow, del 1965, è il terz’ultimo romanzo con Gideon Fell e anche se non ultimo della sua produzionew, a mio parere può a ben donde essere visto come il suo Canto del Cigno: in questo caso, Carr si disimpegna ancora abbastanza bene, e la soluzione è abbastanza ingegnosa, anche se qua e là si notano segni di stanchezza .
Nick Barclay che invita il suo vecchio amico Garret Anderson a Greengrove, la residenza di famiglia.
Il vecchio Clovis è morto, e nonostante i suoi rapporti con il figlio Pennington fossero stati anche burrascosi, gli ha lasciato tutto. Però un bel giorno, per una disgraziata evenienza, mentre erano tutti in biblioteca, un vaso di porcellana contenente del tabacco, è caduto rompensosi e dentro hanno trovato un’altra copia di testamento, posteriore al primo, in cui lascia qualcosa a Pen ma gran parte al nipote Nick. Da quel momento Pen è cambiato, anche se Nick, editore e di per sè già ricco, non vuole privare lo zio della residenza ed è per quello che vi si sta dirigendo, per mettere le cose a posto.
Mentre stanno sul treno che li sta portando a Greengrove, Garret riceve un biglietto da parte di una donna, che sta in uno scompartimento: è Fay Wardour, la donna fantomatica di cui ha già parlato a Nick, che lui ha incontrato un anni prima a Parigi, con cui ha avuto una storia d’amore appassionata, senza però che lei poi si facesse più viva. Lei confessa di essere la segretaria di Pen Barclay, e al contempo scongiura Garret di non rivelare, quando lui arriverà a destinazione, che si conoscono. Francamente Garrett non capisce proprio tutta quest’aura di mistero e di riservatezza (e non lo capisce neanche il lettore!).
Oltre questa stranezza, ce n’è una per così dire di costume: Pen possiede tre giacche da camera edoardiane, da cui non si separa mai, vecchie e lise, che differiscono una dall’altra, di poco. Poi vi è una stranezza ancor più misteriosa, che ha coinvolto più persone: a Greengrove pare che appaia il fantasma del vecchio Sir Horace Wildfare, un avo del XVIII secolo, giudice, che però aveva costruito la residenza con i soldi avuti per aver indirizzatro dei processi a favore degli imputati: in particolare uno, in cui il figlio di un ricchissimo possidente aveva violentato una ragazza per poi ucciderla, facendola franca proprio per il giudice che aveva messo in cattiva luce la parte dell’accusa. Tuttavia la collera popolare da allora lo aveva perseguitato e in seguito anche il Fato se l’era presa con lui, attaccandogli una malattia della pelle ripugnante, tanto che aveva dovuto presentarsi in pubblico con un velo nero sulla faccia in cui vi erano le fessure per gli occhi. Proprio il fantasma col velo nero è stato visto dalla sorella di Pen, Estella, e dalla cuoca Tiffin aggirarsi di notte. 
Arrivati a casa, sentono uno sparo, come di pistola cal. 22, la pistola che porta con sè Pen: lo trovano nella biblioteca chiusa dall’interno, e dalla finestra lo vedono sofferente, per cui rompono una finestra ed entrano. Lui dice che il fantasma gli ha sparato con la sua pistola, ma invece di sparargli veramente, il colpo è stato a salve: infatti la borra lo ha colpito al ventre, ma la giacca non ha nessuna lacerazione, nè vi è sangue, nè bruciatura se lui si fosse sparato simulando l’attentato; poi il fantasma è svanito dietro una tenda vicino alle finestre, ma esse risultano tutte chiuse dall’interno. Anche il dottor Fortescue, il medico di famiglia che dimora presso la residenza per via di certi problemi cardiaci di Pen, dichiara di aver visto una figura di nero allontanarsi dalla casa. Quando è accaduto il fattaccio, stranamente la moglie Deirdre non era presente a casa, ricomparendo dopo e dicendo di aver parcheggiato l’auto in quel mentre.
Per quello che è accaduto, le opinioni sono discordanti . c’è chi sostiene la tesi del fantasma (Fortescue) e chi invece se ne discosta (Estelle) dicendo che Pen ha inventato tutto.
Successivamente accade un ennesimo ribaltamento: Estelle dichiara di aver trovato in una scrivania del padre, uno scompartimento segreto dietro un cassetto e dentro un gran fascio di carte ed incarica l’avvocato di famiglia Dawlish, di controllarle. Dawlish entra in un piccolo spogliatoio dove stanno le carte, un divano, un piccolo stipo dove pen tiene le sue amate giacche, e ne esce con la sua cartella piena zeppa di documenti. Poi inchioderà Estelle ad un tentativo di falso: una delle carte, rivelatasi un codicillo al secondo testamento di Clovis Barclay, che dispone un lascito di diecimila sterline ad Estessle, è stato da lei falsificato, apponendo una firma falsa di Clovis.
Poi c’è l’incidente del miele: il benedetto vaso di miele che Estelle ha tenuto in mano per parecchio tempo, da quando Pen l’ha beccata mentre lo mangiava (conseguenza di una carenza di Vitamina B2). alla fine si rompe, imbrattando la giacca da camera di Pen, che necessariamente andrà poi a cambiarsela. L’incidente del miele avrà un rilevanza molto forte sulla soluzione. 
Poi c’è un diverbio tra Pen (per l’incidente del miele) ed Estella, per cui la seconda si rifugia nelle sue stanze.
Intanto arrivano Fell ed Elliott (vicecomandante CID): il secondo accompagna il primo chiamato da Pen. Mentre i due stanno vagando per la casa, accade il fattaccio: il dottor Fortescue sta sentendo dei dischi ad alto volume nella stanza della musica, e qualcuno utilizza il frastuono per poter sparare a Pen, che viene trovato successivamente, sempre in biblioteca, di nuovo chiusa e sprangata dall’interno da pesanti chiavistelli, ferito gravemente al torace da una pallottola cal.22
Fell, dopo aver risposto ad una serie di interrogativi (le giacche coinvolte nei due attentati a Pen, con pallottole a salve e vere, sono due o tre?, il presunto fantasma è anche l’attentatore o no?, la signorina Wadour, coinvolta precedentemente nella morte per avvelenamento di un suo spasimante e datore di lavoro, è coinvolta in questo caso? chi aveva interesse ad uccidere Pen? Nick e Deirdre, che si scopre hanno una relazione da oltre quattro anni, sono coivolti nell’attentato a Pen Barclay? Estelle c’entra in qualcosa?), inchioderà l’astutissimo attentatore alle sue responsabilità.

Diciamo subito che il romanzo gira attorno ad una doppia camera chiusa, e ad una apparizione sovrannaturale, che sono il perno del romanzo: del resto altrimenti non si spiegherebbe la dedica del romanzo di Carr al suo amico Rawson. Il resto sono solo subplots, che hanno il compito di stornare il lettore dalla soluzione, che è invero assai difficile da individuare.
Qui, come in altre grandi camere chiuse, la Camera Chiusa è il risultato di una abilissima messinscena, doppia in questo caso: infatti, la messinscena incomincia con il primo attentato, e si perfeziona in un’altra ancor di più eclatante, con il secondo, a Pen; ed in entrambe le messinscene entrano in gioco le giacche. L’ingegno di Carr sta nell’aver fatto ruotare una di esse, determinando l’inutilizzazione delle altre due per altri fattori: la sparizione della terza dallo stipo nello spogliatoio, e l’imbrattamento di miele della seconda. Ma come entra la giacca nella soluzione è un puro atto di genio, segno che il Carr degli ultimi anni, minato da un tumore, era ancora ben presente.
Il romanzo gira “come un turbillon, che è un piacere” e francamente il vecchio Dickson prende allegramente per i cosiddetti il lettore più volte: tuttavia il perno della faccenda ruota attrono al fantasma. E’ lui l’attentatore? E se non sono la stessa persona, chi è? Una volta risolta la faccenda, gran parte degli interrogativi comincia a girare per il verso giusto.
Il problema di fondo è l’assassino, che in un certo senso scende un po’ dal cielo, perchè se anche presente dall’inizio del romanzo, ha una sua caratterizzazione piuttosto lacunosa, la cui valenza criminale viene spiegata nella soluzione finale da Carr, attribuendogli degli indizi assai flebili, anche se inoppungabili (che il lettore attento non avrebbe mai interpretato giustamente). Francamente altri personaggi avrebbero avuto un movente ben più importante, ma qui si dimostra la natura romantica di Carr che deve salvare le storie d’amore vere. Uno degli indizi che lui adduce alla sua dimostrazione della doppiezza caratteriale del criminale riguarda il porto d’armi di Pen: il sospetto dice che lui avrebbe preferito che Pen non acquistasse la pistola, perchè teme il suicidio dello stesso, ma nello stesso tempo non ha fatto nulla per impedire che Pen prendesse il porto d’armi e lo usasse, pur potendolo impedire. Una volta che il fallito omicida (perchè Pen si salva) è individuato, il lettore può anche mettere un relazione un certo passo, con l’individuazione di Fell dell’attentatore, avvenuto molto prima: mica Fell è il lettore! Il passo, a posteriori dimostra come Fell avesse già individuato l’attentatore, e come  avesse parlato direttamente a Elliot, dicendogli in un certo codice, che portando le cose a quel punto, una volta che avrebbero messo le mani addosso al killer, la sua sorte sarebbe stata segnata, con l’impiccagione, perchè lui Fell sa benissimo che è lui che ha sparato a Pen: 
“Dr. Fell said, ‘If you were going to commit a murder, Elliot, would you use a
firearm? As the law stands now, you know you wouldn’t Stab your victim;
poison him, strangle him, kill him in any way except with firearms; if they
catch you, the worst punishment is life imprisonment, which means a dozen
years. Shoot him and you’ll hang. This, my lad, was attempted murder which
missed only by one whistle and the grace of God.'”
Fay, less than wraith-like as she moved closer, stared up with great
intentness.
” Tn order to take so devilish a risk as that’ Dr. Fell said, ‘either you must
prove beyond cavil the death was suicide, or else you must provide—provide
what?’ ‘You must provide a scapegoat,’ said Commander Elliot ‘And, by God,
this girl was to have been the scapegoat’ He meant me, Garret; he meant me.”

In sostanza Fell, rivolgendosi a Elliot gli dice come nessuno avrebbe usato sparare a qualcuno, perchè in base alle leggi in vigore, se uno avesse ucciso a mani nude, o con un coltello o un rasoio o un veleno, gli avrebbero dato l’ergatolo (e poi sarebbe potuto uscire anche per buona condotta un giorno) ma mai la condanna a morte, riservata a chi uccide sparando: quindi chi avesse sparato, avrebbe per forza dovuto pensare ad un escamotage, cioè mascherare la sparatoria con un suicidio. E quale vittima sacrificale sarebbe potuta essere individuata come il sospettato n.1 se non Fay Wardour coinvolta anni prima nell’omicidio- suicidio di Mr. Mayhew?
Inoltre in alcuni passaggi, il romanzo dimostra tuttavia come il vecchio Carr cominciasse a perdere dei colpi. Analizziamoli:
Pen viene ferito gravemente, è in pericolo di vita, eppure oltre  all’assistenza del suo medico personale, non si fa ricorso ad alcuna chiamata di soccorso ad ospedale, dove sarebbe stato sicuramente più assisitito meglio. Questa stranezza ci aiuta ad inquadrare una delle note caratteristiche della produzione di Carr, che è l’atemporalità dei suoi romanzi: il medico personale che assiste il paziente a casa sua è retaggio del passato più che del presente; Fell appare sempre vestito alla stessa maniera nonostante siano passati trent’anni, e anche le espressioni che vengono usate, non sono attinenti alla metà degli anni sessanta: è come se il tempo di vita di Fell fosse sempre lo stesso, anche se si parla di avvenimenti che sono nel frattempo accaduti: il secondo conflitto mondiale, il pensionamento del vecchio Hadley del C.I.D. ;
la giacca sporcata di miele: ha una sua importanza cruciale nella soluzione, ma..spiegando il suo utilizzo nel secondo attentato, Carr compie un quadruplo salto mortale nel vuoto. Se essa si fosse sporcata prima che l’attentatore facesse sparire la terza giacca, tutta la soluzione di Carr girerebbe nel verso giusto; ma così non è, perchè la sparizione della terza giacca che è strettamente connessa allo sporcamento di miele di un’altra, avviene prima che l’altra giacca di sporchi: come avrebbe mai fatto il criminale a prevedere che una giacca di sarebbe sporcata dopo la sparizione di un’altra da lui effettuata? Sarebbe dovuto essere un indovino, che non è. Carr dice appunto questo: l’attentatore avrebbe favorito la ricomparsa della giacca bruciacchiata nel primo tentato suicidio di Pen Barclay, che Pen aveva messo nello stipo indossandone un’altra immediatamente dopo aver capito che la moglie aveva sostutito le pallottole vere nel tamburo del revolver con pallottole a salve, rubando la terza, e sperando che l’altra giacca fosse inutilizzabile. Questo è il quadruplo salto mortale..nel vuoto: un attentatore che avesse sparato immaginando tutto questo sarebbe dovuto essere folle, perchè se invece Pen non si fosse sporcata alcuna giacca, avrebbe indossato una pulita che al momento dello sparo avrebbe presentato solo il foro di entrata, e l’ipotesi del suicidio sarebbe caduta. In sostanza lo sparatore ha sparato mirando la parte bruciacchiata della giacca, in quanto un foro sarebbe stato compatibile col suicidio.
Qui come in un passo all’inizio, ma riferito a Pen, e al suo acquisto della pistola, che anche per errore avrebbe potuto uccidere qualcuno, con esiti dramamtici per lo sparatore, si allude all’Homicide Act del 1957, il quale, in seguito ad una modifica dell’applicabilità della pena di morte, aveva fissato cinque eventualità in cui applicarla, e nel caso di omicidio veniva contemplato solo quello effettuato con un’arma da fuoco, come causa di impiccagione.
Nella realizzazione della seconda camera chiusa, lo sparatore è estraneo ad essa: essa si verifica per un caso fortuito, non previsto, che risulta ancor più a favore dell’ipotesi del suicidio. In ciò, questa camera chiusa è collegabile con quella fortuita in La mort vous invite di Paul Halter, o ancor più ha con essa un collegamento molto  stringente il romanzo Det slutna rummet di Maj Sjöwall e Per Wahlöö.

Pietro De Palma

John Dickson Carr: Lo spettro e il dottor Fell (The House at Satan’s Elbow, 1965) – trad. Mauro Boncompagni. I Classici del Giallo Mondadori n.753 del 1995ultima modifica: 2022-01-21T11:27:11+01:00da lo11210scriba
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