John Dickson Carr : L’assassinio dei proverbi (The Proverbial Murder, 1943?) – senza trad. – in I Gialli di Ellery Queen, Garzanti, N°2 Febbraio 1950

AVVERTO I LETTORI CHE ESSENDO UN’ANALISI DETTAGLIATA DEL RACCONTO , NON POTRò PRESCINDERE DAL RIVELARE L’ASSASSINO. PERTANTO CHI NON ABBIA LETTO IL RACCONTO, RIMANDI LA LETTURA DEL PRESENTE ARTICOLO

Si era in un’epoca in cui il sospetto era dietro l’angolo, e i venti di guerra stavano per soffiare impetuosi.
In quel 1939 in cui lo scellerato patto Molotov-Ribbentrop portò all’occupazione della Polonia e al suo smembramento, John Dickson Carr probabilmente firmava un suo storico racconto, pervaso di atmosfere spy e con un delitto che diventa impossibile solo un attimo prima della soluzione. ma che resta un capolavoro di ingegno e di indizi fulminanti anche se criptici.
The Proverbial Murder uscì prima nel 1943 in E.Q.M.M. e poi nel 1947, nella raccolta “Fell, Detective and Other Stories“.
Nel 1991 fu pubblicato, da Crippen & Landu, in una raccolta firmata da Doug Greene, “Fell and Foul Play“. Riporto parte delle note firmate da Doug perchè mi sembrano abbastanza indicative per confutare innanzitutto la data di pubblicazione originale, che non deve essere stato il 1943 ma qualche anno prima se è vero che l’editore affermò che il racconto veniva in  quell’anno pubblicato anche negli USA:

During the First World War, Dr. Fell acted as a spycatcher. According to The Mad Hatter Mystery, he seems to have specialized in uncovering secret means of communication; he caught a University of Chicago professor who had recorded information on the lens of his spectacles, and a naturalist whose drawings of butterflies contained the plans for British minefields. It was thus natural that he became involved in the espionage surrounding “The Proverbial Murder.” This story is a source of frustration for Carrian bibliographers. Its earliest known publication was in Ellery Queen’s Mystery Magazine, July 1943. The editor’s preface says that it is “here published for the first time in the United States,” and it seems likely that it was previously published in Britain. Repeated searches, however, have failed to find it, and all that can be said is that the story probably takes place shortly before the declaration of war in 1939 or during the so-called Phony War between October 1939 and Spring 1940 when Hitler was digesting his conquests in Poland and at least publicly paying little attention to Britain and France. 
Il racconto inizia con un appostamento: l’Ispettore Ballard del Reparto Speciale della Polizia Metropolitana, assieme ad un suo uomo, il sergente Buck, sta controllando con il binocolo la casa del prof. Meyer, uno scienziato atomico tedesco, che una nota informativa afferma non solo essere una spia ma in procinto anche di incontrare un suo contatto. Questa soffiata viene ritenuta attendibile perchè a farla è stata addirittura la moglie di Meyer. 
Mentre i due controllano, ecco che si sente distintamente un colpo d’arma da fuoco, che viene riconosciuto essere stato prodotto d aun fucile da guerra. I due focalizzano i binocoli ed ecco che vedono distintamente un foro nel vetro della finestra preso al quale era intento a scrivere la vittima, la tendina della finestra agitarsi ed un foro sulla sua tempia destra.
Accorrono in tempo per portare soccorso alla moglie ormai vedova.
L’azione si sposta e cambia scenario: ora assistiamo ad un colloquio tra il colonnello Penderel, vecchio amico del dottor Fell, e sua figlia Nancy. Il colonnello ipotizza che potrebbe essere arrestato per l’omicidio del dott.Meyer, dato che hanno avuto una lite qualche tempo prima e che è stato ucciso con un fucile militare cal. 8 , che proprio lui ha nella rimessa. Le circostanze parrebbero essere contro di lui, se è vero che la sola chiave che apre la rimessa non solo è Yale ma è anche di esclusivo suo possesso ; e che il fucile gli è stato richiesto da Ballard per essere portato via. La situazione precipita quando, proprio Ballard, gli annuncia  che il proiettile che ha ucciso Meyer è stato sparato proprio dal suo fucile. A rendere la situazione ancora più tesa, contribuisce anche Kuhn, un amico di Nancy, inglese di origini tedesche, che sembra avere parole di elogio per chi compie azioni gloriose fascendo la spia.
A questo punto abbiamo almeno due sospetti: Penderel e Kuhn.
Ecco che però chi arriva? Fell, tutto ammantato di bianco – siamo in estate – che trova il modo di asciugarsi il sudore con un fazzolettone rosso. E di dire due cose che lasciano a bocca aperta: parla di muschio secco e di gatti impagliati.
Cosa c’entrerà mai il muschio secco e un gatto impagliato in questa storia? E cosa c’entrerà mai un tiro a segno personale? E soprattutto, come, una tendina dentro la stanza, si è potuta muovere , all’atto dell’omicidio del professor Meyer, per effetto di un proiettile sparato dall’esterno? E come ha fatto qualcuno  ad uccidere adoperando un fucile tenuto in una rimessa, di cui altra persona aveva la chiave, non forzando la serratura?
Rispondendo a questi interrogativi Fell inchioderà un assassino, diabolico non solo per aver ordito un piano di una complessità rilevante, ma anche per essere riuscito a strornare i sospetti da sè in quanto spia e averli fatti concentrare su altre due persone innocenti: la vittima, e il presunto assassino.
Dico subito che questo è uno dei racconti più straordinari che abbia letto negli ultimi anni, di una sottigliezza senza paragoni.
L’assassino agisce sotto due piani distinti: innanzitutto, appena le indagini della polizia si concentrano nella sua direzione, pur non avendone inquadrato l’identità, offre ai Servizi segreti un perfetto soggetto che possa essere ritenuto spia ; e poi lo uccide, facendo ricadere la colpa su altra persona, in virtù di uno stratagemma assolutamente mefistofelico.
Alla comprensione dei fatti concorre ancora una volta il Gross.

Hans Gross, il padre della Scienza Forense, scrisse nel 1893 Handbuch für Untersuchungsrichter als System der Kriminalistik (Manuale di scienze criminali per magistrati inquirenti). Il testo che è il punto di partenza della criminologia forense, e quindi anche dei metodi scientifici degli organi inquirenti (giudici ma poi anche polizia), è ovviamente citato in moti romanzi della GAD: innanzitutto S.S. Van Dine lo cita in The Canary Murder Case, in The Greene Murder Case e anche in The Kennel Murder Case; viene anche citato da Augusto De Angelis, almeno in Il do tragico, e da Helen Reilly in Dead Man Control. Anni dopo lo cita H.R.F. Keating nel suo The Perfect Murder ma anche recentemente lo ha citato Stefanie Pintoff nel suo In the Shadow of Gotham.
E proprio nel saggio del Gross è citato l’espediente che concerne il muschio secco. Quando Fell lo cita, ecco che interviene Penderel a confermarlo:

Colonel Penderel’s eyes opened wide, and then narrowed.

“Moss!” he said. “By the Lord Harry, dry moss! I must have been halfwitted. Wrap the bullet in dry moss. It doesn’t touch the inside of the gun, and no marks are left. The combustion ignites and destroys the moss: so that there’s nothing left except a fouled barrel.
La presenza del trattato del Gross, a parere mio, legittima anche la presenza di Fell, anzichè di Merrivale. Noto che questa è una di quelle storie di Carr in cui la parte spy entra dalla finestra (come Strictly Diplomatic) e quindi a rigor di logica, la presenza di Merrivale sarebbe dovuta essere legittima. E anche l’abbigliamento di Fell non è consono: vestito di bianco non l’ho mai visto, Fell è sempre vestito di scuro, con la sua cappa, che qui non c’è. Il colore bianco è funzionale al fatto che è estate, ma anche all’abbigliamento con cui di solito troviamo Merrivale. A me sembra come se in un primo tempo fosse stato pensato Merrivale, e poi solo dopo Carr abbia pensato a Fell. E la ragione potrebbe essere proprio il Gross: perchè Merrivale come capo del controspionaggio militare, avrebbe anche potuto non conoscere il Gross, ma Fell no, perchè è un uomo di legge. E qui, tutto gioca intorno a quel trattato e a quel che Carr dice che è riportato ad un certo punto (conoscendo come Carr si documentasse, l’espediente può essere sicuramente vero), cioè l’uso del muschio secco per evitare che ai segnir riportati su un proiettile usato, se ne aggiungano altri.

Ma al di là del Gross che apparentemente è l’elemento centrale, quello che lo è veramente di questa  storia, è il cammuffamento. Lo vediamo espresso da più caratteri:

innazitutto Ludwig Meyer, onesto scienziato dedito alla conoscenza e rifugiato che qualcuno pensa bene di trasformare in una spia; questa persona che trasforma Meyer in una spia (ma forse lo è davvero) è addirittura la moglie, inglese, ma che potrebbe essersi cammffata da inglese per nascondere la propria anima tedesca, di cui elementi rivelatori potrebbero essere gli occhi azzurri ,i capelli biondi e la carnagione rosea; pure Kuhn che è sempre stato inglese, potrebbe essersi cammuffato da inglese per tradire il suo paese, anche se lui non porta un cognome inglese ma tedesco e rivendica orgogliosamente le sue origini; Fell è cammuffato da Merrivale (l’abbigliamento bianco è più consono al secondo che al primo); il gatto impagliato è un altro elemento cammuffato: infatti potrebbe esser stato utilizzato come cassaforte di documenti segreti, dice Fell; lo strumento del delitto è un’altra espressione di cammuffamento: viene utilizzato un proiettile già usato su un diverso tipo di bossolo;  come pure l’arma è espressione di cammuffamento: il proiettile cammuffato viene usato su un diverso tipo di fucile; infine quando pare che tutto sia finito, Fell  esprime oltre che un giudizio squisitamente personale anche una rara valutazione politica, dei fatti del suo tempo, che a parere nostro incarna il pensiero di Carr e che è in sostanza il fine ultimo cui tende tutta la storia e di cui è espressione l’assassino che fugge via, che a sua volta non è altro che un grosso personaggio politico del tempo cammuffato.
A questa chiave di volta del racconto si arriva in virtù anche dei tre proverbi che vengono citati nel corso del racconto da Fell. A indicare direttamente l’assassino è il finale, ma anche gli altri due, menzionati prima, sono interessanti:
il primo è a rolling stone gathers no moss, in sostanza..una pietra smossa non fa muschio: è un vecchio proverbio che significa che “chi viaggia sempre e cambia lavoro continuamente non ha alcuna responsabilità ma non ha anche un posto dove stare”. Questo proverbio è pronunziato quando si sta parlando di Meyer che è una spia, ma potrebbe intendersi anche nei confronti di Kuhn; il secondo invece è direttamente connesso a Kuhn, in forma di domanda: birds of a feather flock together? e il suo risultato è chiarissimo:  uccelli dalle stesse penne volano assieme? 
In sostanza Fell pensa che Kuhn possa aver provato una specie di amore nei confronti della Meyer. Il primo proverbio potrebbe significare che lui che ha viaggiato moto, ha sentito il bisogno di fermarsi e di stare con qualcuno. Il secondo proverbio è ancora più diretto: Fell vuol sapere se  lui stia dalla parte della donna. Kuhn cerca di discolparsi ma fa una gaffe clamorosa: dice che chi fa quelle cose, compie azioni gloriose. E’ evidente che egli non si riferisce a Ludwig Meyer perchè prima aveva detto, quando aveva sentito il primo sparo, quello fatto dal giardino contro la finestra da Harriet, che non era accorso perchè il sangue non era il suo nè la sua razza. E’ evidente che egli disprezzi lo scienziato che non è di razza ariana, e invece apprezzi la donna che lo è, pur essendo inglese. L’affermazione fatta dinanzi a Fell, Ballard, Penderel, e Nancy, tuttavia volendola esaminare, può significare anche altro. Come faceva lui a sapere che compiva azione gloriosa? Evidentemente, pur non avendo collaborato con la donna, Kuhn ha capito che era una spia. Non è intervenuto allora, e non interviene neanche quando ella viene arrestata, perchè non è affar suo, non è tedesca, è una questione britannica. Fell capisce tuttavia che Kuhn è una persona sincera, tutta d’un pezzo, onesta, anche se orgogliosa della sua razza e di appartenere ad altro popolo e perciò gli si rivolge dolcemente, e gli dice che nei suoi confronti non ha nulla perchè è un tedesco onesto.. Ma anche se così non fosse, è meglio avere rapporti chiari con nemici leali, che si dimostrano all’esterno essere per quello che sono, cioè di una razza diversa, che non con chi invece è inglese ma rema e trama contro (come Harriet Meyer).

Fell dice infatti:

“You would not,” said Dr. Fell softly, “you would not like her to get away?”

“I cannot say,” said Kuhn, whose face had lost its color. “I do not know. She is a compatriot of yours, not mine. It is none of my affair.”

Dr. Fell stowed away his handkerchief.

“Sir,” he said gravely, “I know nothing against you. I believe you to be an honest man.”

Kuhn ducked his head, and his heels came together.

“Even if you were not, you fly your own colors and present yourself for what you are. But there,”—he pointed his stick in the direction Harriet Meyer had taken,—“there goes a portent and a warning. 
Tuttavia, per me, Harriet Meyer, è il supremo cammuffamento. Tutti i cammuffamenti della storia fanno riferimento a questo che è la chiave di volta di tutto. Carr voleva dire dell’altro, e ha detto dell’altro, attrraverso Fell. Ma siccome non poteva e non voleva fare nomi, ha usato un personaggio fittizio come paravento: il suo discorso è chiaro.
The alien we can deal with. But the hypnotized zealot among ourselves, the bat and the owl and the mole who would ruin us with the best intentions, is another thing. It has happened before. It may happen again. It is what we have to fear; and, by the grace of God, all we have to fear!”.
La traduzione italiana è alquanto strana. Infatti traduce:
Ma i fanatici invasati, le talpe e le tarme che ci rovinerebbero con le migliori intenzioni sono un’altra cosa. E’ già capitato e può ancora capitare. Ed è ciò che dobbiamo temere. Ciò che tutti dobbiamo temere.
Dico strana perchè nel testo inglese di tarme non se ne parla proprio. Si parla di pipistrello, gufo e  talpa.
Il discorso di Fell è da intendersi come un avvertimento affinchè le trame di collaborazionisti e di gente che pur non essendolo e pur comportandosi con le migliori intenzioni, favorisce i nemici dello stato, non riescano. Secondo me quei tre animali stanno a rappresentare delle persone del tempo : in particolare il pipistrello, creatura della notte, che si nasconde, potrebbe aver voluto indicare  il Duca di Windsor, già Edoardo VIII, che aveva amicizie fino-naziste e che fu ospitato nel 1937 durante il viaggio di nozze,in Germania da Adolf  Hitler. Non a caso il monogramma dei Duchi di Windsor è

che in forma stilizzata ricorda un pipistrello.
E come il pipistrelloi potrebbe aver voluto rappresentare il Duca di Windsor, il Gufo, The Owl, potrebbe esser stato scelto per indicare un uomo politico con folte sopracciglia, per es. Sir Neville Chamberlain; la talpa, infine, che potrebbe indicare una spia, potrebbe aver voluto indicare parecchia gente: da Lord Halifax, ad altri personaggi: per es. Oswald Mosley; Harold Sidney Harmsworth detto anche Lord Rothermere; fino a Unity Mitford, una delle figlie del 2^ Barone di Redesdale. E forse, si voleva riferire propria a quest’ultima. Unity era bellissima, bionda, occhi azzurri.Sembra le Meyer. E come la Meyer, era una inglese votata alla causa del nazionalsocialisno (tanto da essere l’amica di Hitler). Quindi una traditrice, una spia, una talpa.

Come è probabile che l’espressione  It has happened before secondo me si riferisca alla vicenda del Duca di Windsor ex Re Edoardo VIII, che opinione comune dice essersi dimesso per sposare Wallis Simpson, ma che secondo molti invece fu costretto ad abdicare per le sue ingombranti amicizie neonaziste.
Il terzo dei tre proverbi, pronunziato da Gideon Fell negli ultimi due righi del racconto, è:  Haven’t I heard somewhere that people who live in glass houses shouldn’t throw stones? che poi significa “non ho sentito da qualche parte che chi vive in case di vetro non dovrebbe tirare sassi”, cioè “non avete mai sentito che chi vive in case di vetro non dovrebbe mai tirare sassi”, che poi significa ” non dovrebbe dire ad un altro che ha una pagliuzza nell’occhio, chi abbia una trave.
Questo proverbio si riferisce direttamente all’assassino: esso lo indica non solo in maniera allusiva, attraverso il proverbio, ma diretta: infatti nel corso del racconto, l’assassino, che è chiaro chi sia, ha rotto deliberatamente il vetro di una finestra.
Siccome è chiaro da tutto quel che si è detto che l’assassino è la moglie dello scienziato, Harriet Meyer, inglese ma anche spia nazista. si può anche capire ala luce di ciò un passaggio criptico della storia : quando il Colonnelo Penderel viene accusato da Ballard di aver in pubblico minacciato di uccidere Meyer, lui risponde che la cosa si era verificata perchè lui ad una festa  a casa di Penderel, aveva asserito che gli inglesi non avevano, gusto, educazione. modi, cognizioni scientifiche. Perchè avrebbe voluto dire questo Meyer?
A parer mio, le possibilità sono due: o Leonard Meyer è la spia  e questo spiegherebbe perchè Penderel noti che pur essendo scappato dalla Germania in grande difficoltà, sembra che non gli manchi nulla, in altre parole che sia un falso reduce: e allora il suo assassinio potrebbe anche spiegarsi con un innamoramento della moglie con Kuhn (la riproposta del vecchio triangolo: la moglie giovane uccide il marito per averene uno più giovane; oppure Leonard Meyer è un vero reduce, usato come paravento per coprire la moglie, la vera spia, e allora le sue parole contro Penderel potrebbero nascondere uno sfogo contro il Colonnello cha ha amici tedeschi (nazisti). Questa seconda possibilità che è la più plausibile, metterebbe sotto una certa prospettiva tutto il racconto di Carr, che potrbbe essere tutta una metafora dell’ Inghilterra del suo tempo, in cui accanto a onesti patrioti, cospirava gente che avrebbe preferito che l’Inghilterra fosse statta bombardata e avesse chiesto l’armistizio ai tedeschi, piuttosto di ritrovarsi gli americani in Europa e in cui vi era una largha parte della classe dirigente che era amica, invitava nazisti (come Penderel che invita Kuhn) ed era invitata dai nazisti, dall’erede al trono d’Inghilterra ad una larga parte dell’aristocrazia (imparentata con l’aristocrazia tedesca). Questa parte della nazione è il vero cancro (Harriet Meyer), perchè agisce nell’ombra per fini contrari allo Stato, più di chi, pur essendo nemico (Kuhn), agisce però lealmente alla luce del sole (e quindi può essere combattuto a viso aperto).
Traduzione molto buona e fluente (pur con qualche libertà).
Racconto STRAORDINARIO.

Pietro De Palma

John Dickson Carr : L’assassinio dei proverbi (The Proverbial Murder, 1943?) – senza trad. – in I Gialli di Ellery Queen, Garzanti, N°2 Febbraio 1950ultima modifica: 2019-04-26T12:45:17+02:00da lo11210scriba
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3 pensieri su “John Dickson Carr : L’assassinio dei proverbi (The Proverbial Murder, 1943?) – senza trad. – in I Gialli di Ellery Queen, Garzanti, N°2 Febbraio 1950

  1. I motivi sono presto detti: visto che il Blog sono riuscito a salvarlo, ma solo perchè fui avvisato d agente amica che non si riusciva più a trovare su internet, dal che scoprii che effettivamente qualcuno aveva fatto a monte, all’insaputa mia, qualche manovra che lo aveva oscurato (per errore immagino), da quel momento non ho più postato qui i miei post successivi, preferendo la piattaforma Blogger di Google, da cui riesco a estrapolare molti più dati circa l’affluenza di lettori e la preferenza dei miei articoli. Se ti interessa, l’indirizzo dove leggerne altri è:

    https://eccoilcolpevole.blogspot.com/

    Qui trovi tutti i miei articoli sino a quel momento. Mi dispiace, tanto più che questo è il mio blog originario a cui sono molto legato, ma nel tempo le difficoltà nel gestirlo sono aumentate, mentre per la piattaforma Google non ce ne sono.
    Saluti

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