James Hadley Chase – La tratta delle bianche (Miss Callaghan Comes to Grief, 1941) – trad. Mauro Boncompagni – Il Giallo Mondadori Extra N.27, Agosto-Settembre 2017

Miss Callaghan Comes to Grief è tutto fuorchè un libro pornografico. Tuttavia nel 1941, il romanzo (il quarto in ordine cronologico) fu bollato come tale, e per settant’anni è rimasto un grande punto interrogativo. Persino a tutt’oggi, nell’ Inghilterra del XXI secolo, dove di prostitute sono pieni i marciapiedi delle periferie, quando non le case tenute da mistress, il romanzo è ancora vietato. Eppure, ripeto, di pornografico non ha nulla. Nel 1941,  il lettore che avesse voluto leggere davvero qualcosa di pornografico aveva l’imbarazzo della scelta. Poteva persino leggere Opus Pistorum di Miller, che non è un romanzo allusivo, è proprio pornografia pura. Talmente pornografico, da fa sorridere per certe situazioni al limite. E allora, per quale motivo questo romanzo di James H. Chase fu tolto di mezzo?

Non so. Ma potrebbe essere per aver descritto, in maniera troppo veritiera, l’ascesa di un delinquente in un mondo di corruzione; oppure per essere stato estremo nella sua violenza: una specie di Mickey Spillane ante litteram.

Chase era da poco salito agli onori della cronaca, per aver scritto nel 1939 un romanzo quale No Orchids for Miss Blandish, un Hardboiled che trattava di un rapimento, che ebbe un successo travolgente e consacrò Chase. Quindi al tempo di Miss Callaghan Comes to Grief,  era uno scrittore sulla bocca di tutti, uno come – facendo un paragone esemplificativo – un Glenn Cooper o Ken Follett o Dan Brown di oggi. Perché un suo romanzo fu bollato come pornografico e sopportò un ostracismo così marcato?

Cominciamo col dire che è un hard boiled duro, antipatico, violento, e forse anche un po’ noioso all’inizio, per la ripetitività di certe situazioni, anche se in seguito diventa sempre più appassionante.  Il titolo italiano è fin troppo esplicativo e abbastanza indelicato (“La tratta delle bianche”, neanche troppo originale) laddove quello originale era abbastanza ironico, cinico quasi: Miss Callaghan Comes to Grief ossia “Miss Callaghan si fa male”.

Chi è Miss Callaghan? E’ una puttana che adesca per strada e ha la sfortuna di adescare il tipo sbagliato, cioè Raven, un piccolo ma agguerrito gangster che, venuto da Chicago, ha chiesto a Mendetta, il gangster che detiene nella città il traffico della prostituzione, di poter entrare in società con lui, ricevendo rifiuto. Per la qual cosa gliel’ha giurata, e quella povera donna fino al momento che viene strangolata, non capisce di aver scelto l’unico cliente che non avrebbe dovuto adescare. Perché Miss Callaghan è solo il primo passo di Raven per impadronirsi del racket di Mendetta.

Il romanzo ha un inizio folgorante, in un obitorio che ricorda in certo senso The Lady in the Morgue di Jonathan Latimer e  non è detto che non la citi volontariamente.

In città fa caldo, talmente caldo che uno diventa pazzo (come è stato in questo pazzo agosto, da noi, in Puglia). Fa così caldo che due giornalisti Phillips e Franklin del  St. Louis Banner, concepiscono la più pazza delle idee per trovare refrigerio: passare la notte nell’obitorio della città. Sanno come entrare (Phillips conosce il custode) e quindi in breve tempo si ritrovano loro due, e il tassista che li ha condotti sino lì, in quell’ambiente di marmo, gelido, in cui aleggia un vago sentore di decomposizione ed uno forte di formaldeide: seduti sulle panche di fronte ad una serie di sarcofagi neri (le celle frigorifere), un po’ per noia un po’ per curiosità, cominciano ad aprire le celle e a guardare i defunti. Vorrebbero trovare una bella donna, e alla fine la trovano: bella, giovane, con un corpo sexy, uccisa per una pugnalata.

Quella ragazza, morta nel fiore degli anni, che il cartellino indica essere stata una prostituta, fornisce ai due giornalisti il “la” per ricordare la storia di Raven e delle sue ragazze.

A questo punto comincia il vero e proprio romanzo, che nella versione originale, si compone di due parti, come in quella italiana: in sostanza la prima illustra l’ascesa di Raven, la seconda la sua fine.

Raven è un piccolo gangster, sadico, cattivo sino nell’essenza e avido. Con lui si muovono tre uomini: Maltz,Lefty, Little Joe, che formano la sua piccola ma agguerrita gang. Uomini abituati ad uccidere, che sono fuggiti con lui da Chicago, dove l’aria era divenuta irrespirabile.  Ha deciso di soppiantare Mendetta e creare un impero basato sulla prostituzione.

Mendetta gestisce il Club nella 22^ strada assieme a Grantham, ma chi comanda è lui: Grantham dirige il posto, famoso perché si balla, ma in realtà all’ultimo piano è attivo un bordello dove le ragazze vengono comandate da una megera di colore, Carrie, una maitresse implacabile che per avere l’obbedienza delle ragazze non esita a batterle con una sottile stecca di balena sulla schiena.

La cosa va avanti sino a che non entra in ballo Jay Ellinger, un giornalista di cronaca nera del St. Louis Banner.

Gerry Hamsley è un meccanico che arrotonda facendo il gigolò e opera nel club di Grantham. Per settimane si è cotta la moglie di Poison, l’editore del St. Louis Banner, una vecchia megera che non ne può più e intende farsi il giovane accompagnatore; sul più bello però lui ha un moto di stomaco a guardarla e scappa lasciandola in auto fuori di sé. L’essere stata abbandonata, fa andare fuori di senno la donna che accusa Hamsley di averla violentata. Poison, pur di farla stare zitta, chiede a Harry, il direttore, di scavare alla ricerca di scheletri negli armadi di Grantham, perché vuole distruggere lui e Hamsley. Harry si rivolge a Jay Ellinger, che comincia a scavare.

Ben presto però l’azione dovrebbe finire, perché lo stesso Poison viene a sapere che il socio di Grantham è Mendetta, il capo di una gang dedita alla prostituzione; e del resto lui, Poison, ha investito metà del suo capitale negli affari di Mendetta. Ma Ellinger non ubbidisce perché è venuto a sapere delle cose: un tale Fletcher ha accusato Grantham di aver rapito sua figlia e averla indotta a prostituirsi mediante frustate inflittele all’ultimo piano: lui ha visto come trattano delle ragazze all’ultimo piano, essendo riuscito ad  arrivare molto  vicino al luogo. Ma nessuno gli ha dato credito, tranne Ellinger, che ha saputo queste cose tramite un tipo che vende auto, Parminger. Parminger, abita nello stesso palazzo di Mendetta, sullo stesso piano, di fronte; e ha una moglie incredibilmente graziosa, ma che non riesce a rendere felice, essendo chiuso nella sua meschinità, di “gallo” latino, sempre a fare commenti grassi sulle doti fisiche di tutte le donne che incontrano, facendo montare una rabbia repressa nella moglie.

Ellinger si reca da Fletcher che gli racconta filo per segno tutto.

Raven ha deciso di uccidere Mendetta.

Prima uccide Miss Callaghan. Poi parla con Jean Mendetta, sua moglie, stanca di essere usata come una schiava: in sostanza si allea con loro. Mendetta ha il suo appartamento guardato a vista da una serie di guardie armate. Jane ne allontana una, e fa entrare Raven, sicura che lui la libererà da Mendetta: non sa che Raven, dopo aver ucciso Mendetta ucciderà anche lei.

Il caso vuole che Raven sia visto da Sadie Parminger, la moglie di Bill Parminger: dopo un’ennesima lite, dopo che lei si è rifiutata di fare l’amore con lui, lui se n’è andato e lei è sola. E’ la sua fine, perché Grantham, che sospetta essere accaduto qualcosa, ha chiesto ad un poliziotto corrotto sul suo libro paga, di andare a curiosare nel palazzo. Dopo aver visto la mattanza nell’appartamento di Mendetta, vede la coinquilina Sadie Parminger che si lascia sfuggire di aver visto Raven, uscire insanguinato dall’appartamento, dopo aver sentito degli spari. Il poliziotto, capisce che può essere una cosa esplosiva e quindi dopo aver parlato con Grantham, convince la donna a deporre, ma invece di condurla in una stazione di polizia, la conduce laddove la narcotizzano e portano all’ultimo piano del Club di Grantham, dove Carrie usa “le buone maniere” con lei frustandola ogni giorno finchè lei accetta di prostituirsi. Grantham, che ora è sul libro paga di Raven, intende non dichiararla come le altre ragazze, perché intende servirsene come  extrema ratio per incastrare Raven al momento opportuno.

Raven però riesce ad impadronirsi di Sadie e ne fa la sua concubina dopo averla torturata versandole addosso olio di trementina.

Qui finisce la prima parte: Raven ha coronato il suo sogno di diventare qualcuno e ha messo le mani sul piccolo impero di Mendetta, trasformandolo in un Impero colossale, stipendiando reclutatori che rapiscono ragazze sole, senza fidanzato né parenti,e le mandano a prostituirsi in bordelli, avendo preventivamente ripulito le strade dalle prostitute, perché attraverso i bordelli le ragazze e i loro profitti siano più facilmente gestiti. Quando le ragazze si rifiutano di farlo, vengono convinte sfigurandole col vetriolo.

La seconda parte di apre con l’assassinio di Spade, il capo di una ditta di taxi, associato al sindacato die tassisti ed influente in città: anche lui traeva vantaggio dalla prostituzione nelle strade perché clienti e battone usavano i suoi taxi per recarsi negli appartamenti; ora però il traffico e quindi i ricavi si sono drasticamente abbassati e quindi Spade, che  un tipo furbo, vuole essere pagato da Raven.

Raven per tutta risposta, avendo sul libro paga poliziotti corrotti, Grantham, persino un giudice che aveva sempre fatto rilasciare le battone di Mendetta ad ogni processo, non vuole trovarne un altro e quindi lo fa uccidere.

Intanto Fletcher è stato fatto uccidere, Sadie è diventa suo malgrado l’amante di Raven, e Bill Parminger ha perso ogni speranza di rivedere sua moglie perché si è convinto del fatto che sia stata lei a lasciarlo di sua volontà e non perché rapita. Ellinger, pur essendosi dimesso pur di essere libero di mettere la parola fine a tanto scempio, si trova da solo a dare la caccia a Raven. Saputo dove abita Raven, assieme ai suoi uomini, si installa sullo steso piano, e riesce rocambolescamente a salvare la vita a Sadie dopo che Lou, il braccio destro di Grantham ha tentato di ucciderla. Avendone ottenuto la collaborazione, si mette in contatto con la FBI, già da tempo sulle tracce di Raven.

Ora i fatti si succedono con ritmo incalzante.

Grantham e Lu (il suo braccio destro), mentre stanno cercando di eclissarsi, dopo aver saputo che Ellinger ha salvato la vita a Sadie e questa probabilmente sta spifferando tutto, vengono assaltati da tutte le donne che a mani nude li fanno a pezzi, per poi scannarli.

Raven dopo aver saputo la notizia vorrebbe rientrare nel suo appartamento ma viene a spaere che è presidiato dalla polizia e che Sadie ha parlato: ha in tasca solo duecento dollari, eppure nella piccola cassaforte del suo appartamento c’è un milione di dollari in contanti. A questo punto concepirà un piano disperato per rientrarne in possesso, a suon di mitra e dopo una serie di vicende, lasciando il suolo lastricato di cadaveri, finirà per essere arrestato per aver voluto “farsi una pollastrella” che credeva che lui fosse un regista. E da lì si ritroverà sulla sedia elettrica, con Sadie che gli riserverà un oltraggio post mortem.

E’ un hardboiled disturbante, e cattivo, che testimonia l’ascesa e la caduta di un piccolo gangster, che uccide, violenta, tortura non solo perché costretto ma anche per piacere.

Prima parte un po’ noiosa e ripetitiva, poi, dalla seconda, il ritmo si acuisce, l’azione diventa frenetica., fino al climax, come in una tragedia greca, in cui tutti i mali che i malvagi riversavano sulle creature indifese oltre che su altri lestofanti, vengono,  come una pena del contrappasso, restituiti “ai legittimi proprietari”: Grantham e Lu linciati da una folla di menadi assetate di sangue; Maltz, Little John e Lefty, uccisi in un conflitto a fuoco; Raven, bollito sulla sedia elettrica.

Il romanzo non dice cosa accada a Sadie, se ritorni dal meschino marito oppure no; dice cosa accade a Jay Ellinger, questo sì. Lui, il Don Chisciotte che si è gettato contro i mulini a vento, solo contro tutti e che alla fine ha vinto, rischiando di essere ucciso, è premiato e arruolato nella FBI.

E’ lui l’unico puro, l’unico eroe buono, in un romanzo di malvagi, corrotti, sadici, sfruttatori, avidi, traditori (poliziotti e giudice, hanno tradito il loro giuramento di difendere i cittadini; l’editore, di dire la verità sui suoi giornali), di donne indifese, rapite, violentate, e di donne cattive e dure, come Carrie.

Il romanzo si muove tra citazioni volute o non, dalla visita all’obitorio già citata (con annessa paventata necrofilia o quasi) di The Lady in the Morgue di Jonathan Latimer (1936), all’ascesa di un piccolo gangster (come non ricordare Little Caesar , del 1929, di W.R. Burnett, il romanzo che lanciò il genere Hardboiled, da cui Mervyn LeRoy trasse un memorabile film con Edward G. Robinson), all’azione impavida di un giornalista che si improvvisa detective dopo essersi dimesso, pur di denunciare un modo fatto di corruzione, disonestà e malvagità (come non ricordare il capolavoro di Horace McCoy, No Pockets in a Shroud, del 1937, in cui c’è a sua volta il giornalista Mike Dolan, altro Don Chisciotte che si lancia contro i mulini a vento del malaffare?).

Il romanzo fu tacciato di pornografia, ma di pornografia non ha nulla; semmai è violentissimo, nauseante nella sua isteria, morboso. Prima parte un po’ noiosa,; seconda, frenetica, fino al massimo.

Hardboiled con movenze di Thriller.

Disturbante per l’elevata carica di cattiveria, odio, malvagità, avidità, corruzione, ma appassionante per vedere come tutti i mali di questo mondo, riuniti in un romanzo, siano prima usati per sfruttare, e poi come in un contrappasso siano rivolti contro gli stessi sfruttatori.

Si gioisce quasi quando le ragazze tutte coalizzate, fanno a pezzi i cattivi: il male viene sempre sconfitto. Ma l’odio no. Chi ha avuto la vita distrutta, cova un odio che non si ferma neanche davanti alla morte. L’oltraggio a Raven, cotto sulla sedia elettrica, è anche l’oltraggio riservato a Claretta Petacci, a Mussolini, Bombacci, Pavolini, appesi già per i piedi a Piazzale Loreto.

In questo il romanzo è disturbante. Non ha un finale di amore, o melanconico, un finale in qualche modo positivo come nei mystery: qui  il finale è durissimo e spietato.

Non c’è perdono,  ma nemmeno pietà, ma odio, solo odio. Odio che supera persino la morte, irridendola.

Traduzione fedele di Mauro Boncompagni-

Capolavoro.

 

Pietro De Palma

 

James Hadley Chase – La tratta delle bianche (Miss Callaghan Comes to Grief, 1941) – trad. Mauro Boncompagni – Il Giallo Mondadori Extra N.27, Agosto-Settembre 2017ultima modifica: 2017-08-13T19:58:16+02:00da lo11210scriba
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