Ellery Queen: La grotta infestata (The Adventure of Haunted Cave, 1939) – trad. Mauro Boncompagni – da “Le falene assassinate e altri delitti” (The Adventure of the Murdered Moths and Other Radio Mysteries), Supergiallo Mondadori, Inverno, 2006

Nell’ambito dei radiodrammi, la produzione queeniana di testi con delitti impossibili è ben rappresentata: abbiamo già presentato uno, tratto da The Misadventures of Sherlock Holmes. Da oggi, presenteremo altri, tratti da Le falene assassinate e altri delitti. E presentando radiodrammi con delitti impossibili, non potevamo non incominciare presentando un autentico must: The Haunted Cave.

Si tratta di un radiodramma, che per il suo successo, fu replicato anche con contenuto più stringato, con altro titolo: presenta un classico delitto impossibile, che noi chiameremmo “variazione di Camera Chiusa”. I puristi definiscono i delitti della “camera chiusa”, quelli classici, in cui deve esserci uno spazio chiuso, che sia stanza, container, ascensore, rifugio atomico o quant’altro, chiuso dall’interno, da cui purtuttavia l’assassino e/o l’arma siano svaniti; mentre si definisce “delitto impossibile” quello maturato con condizioni appunto impossibili, per es.l’assenza di impronte sulla neve, o sulla sabbia bagnata o sul fango.

In questo radiodramma di Ellery Queen, c’è appunto questo.

La storia è quella di una cava infestata da uno spirito, che ha una sinistra fama: va in giro a strangolare persone. E’ vicino alla baita del prof. Collins, sulla catena rocciosa degli Adirondacks. Presso la baita è ospitata Nikki Porter, ed è lei che invita Ellery a raggiungerla: ci sarà un’esplorazione ed un esperimento nella grotta. Due studiosi di fenomeni di parapsicologia ed occultismo, Colin Montague e Alexander Lewis intendono recarsi assieme alla grotta e restarci dentro per registrare eventuali presenze: Montague crede agli spiriti, Lewis no. Invariabilmente sono opposti l’uno all’altro, e avversari a distanza di tanti anni. In passato c’è stata gente che ha provato anche a fare soldi con la storia della grotta infestata: appose una porta di legno, faceva pagare l’ingresso, ma invariabilmente è dovuta scappare via.  La storia dello spettro risale a un secolo prima quando un bandito attirava viandanti nella grotta per derubarli, li strangolava e buttava i corpi nel lago: infatti sulla parete posteriore della grotta si apre un’apertura che comunica col lago sottostante. Il bandito fu poi arrestato ed impiccato: è il suo spettro che si aggirertebbe ancora per fare vittime, mentre i lamenti che si odono amplificati dalle montagne (li sentono anche Ellery e gli altri) sarebbero le grida delle  vittime.

Il giorno previsto per l’appuntamento, Lewis è puntuale, Montague no. Lo cercano in ogni dove, finchè non si scopre una serie di impronte che parte dal sentiero, attraverso uno spazio di terreno ridotto ad una distesa uniforme di fango da un acquazzone notturno, e arriva alla grotta: le orme, di piedi nudi, sono piccole, come quelle dei piedi di Montague. Evidentemente ha camminato a piedi nudi nel fango, per non sporcarsi le scarpe.

Lewis è furioso, perchè gli accordi presi vorrebbero che alla grotta ci sarebbero dovuti entrare assieme, perchè uno dei due non alterasse lo stato dei luoghi a suo pro. Chiamano, richiamano Montague ma senza risultato. Ellery che sospetta qualcosa, facendo attenzione a non distruggere le impronte, accede alla grotta, dopo aver aperto la porta, solo per accorgersi che per terra è il cadavere di Colin Montague strangolato, circondato dalle provviste che aveva portato con sè.

Non vi sono altri modi per accedere alla grotta, se non quella percorsa da Ellery e prima di lui da Montague; ci sarebbe l’apertura nella roccia, ma la parete è a strapiombo sulla roccia liscia, priva di appigli, e la finestra si apre a non meno di 15 metri dalla superficie dell’acqua. Inoltre sulla roccia vicino all’apertura non vi sono pioli o sporgenze a cui sia stato possibile legare una scala di corda o solo una fune per arrampicarsi. Ellery, il padre e Velie esaminano bene il percorso: sul fango non si notano tracce di qualcosa che sia stato poggiato, o fori nel fango (tanto per capirci: assi di legno poggiati sul fango a fare da passerella fino all’apertura, o le tracce di racchette da neve o altri marchingegni), ma solo impronte, quelle piccole di Montague.

Come ha fatto l’assassino ad entrare e poi ad uscire?

Ad uscire, è facile: si è buttato nel lago e poi ha nuotato sono a raggiungere la riva. Il nodo dell’impossibilità riguarda l’entrata: come ha fatto ad entrare? Sempre che sia umano, e non invece lo spettro dello strangolatore.

Il solo indizio che sia umano è dato dalle impronte delle mani che hanno tolto la vita a Montague: la cosa curiosa è che non si trovano anteriormente alla gola ma posteriormente.

Per il resto, c’è una serie di testimonianze, per cui nessuno sicuramente è andato lì quando era notte e poi ha atteso Montague : questo avrebbe spiegato l’assenza di un’altra fila di orme. Ma di notte, tutti avevano alibi. quindi se è avvenuto qualcosa, è avvenuto di mattina, quando aveva piovuto per l’intera notte e lo spazio davanti alla grotta presentava una distesa di fango immacolata.

Poi vi sono una serie di testimonianze, tra cui spicca quella di Gabriel Dunn, un boscaiolo, che dice di aver trovato nei pressi della baita di Collins, quindi prima di arrivare alla grotta, i segni inequivocabili di una scivolata, come se qualcuno, uscendo dalla baita sia scivolato sulle pietre che delimitavano il sentiero e sia caduto su un cespuglio, cosa che la sera prima non c’era. Tutti negano, e del resto c’è la possibilità che sia stato Montague a scivolare prima di andare a farsi strangolare nelal grotta. Moventi ve ne sono un’infinità. Tutti più o meno avrebbero avuto un motivo per strangolare l’occultista: la moglie del professor Collins, nel caso di ricatto di Montague, essendo lei scappata lasciando la figlia a Montague, e sposandosi con Collins senza divorziare e quindi essendo bigama; Collins stesso, avendo Montague contratto dei debiti da lui e poi non avendo la possibilità di pagarli, aveva stipulato un’assicurazione sulla vita pari esattamente al valore del debito, per cui uccidendolo Collins sarebbe ritornato in possesso dei suoi venticinquemila dollari; lo stesso Lewis, perchè Montague gli aveva promesso in caso di sua morte, tutta la sua collezione inestimabile di volumi sull’occulto.

In quest’atmosfera di rivelazioni, svenimenti femminili (Sue Collins e poi Laura Montague, madre e figlia, dopo le rivelazioni dell’Ispettore Queen) e accuse di possibili moventi, spunta fuori un secondo assassinio sempre dentro la grotta, il giorno dopo: è il domestico di Collins, Finch, a essere stato ucciso nella grotta; vicino a lui i resti di una fotocamera rotta, a delineare la possibilità di un ricatto finito male.

A questo punto, dopo la consueta sfida al lettore (anzi all’ascoltatore qui), Ellery inchioderà il duplice assassino e risolverà il mistero dell’unica serie di impronte.

Questo radiodramma ebbe un discreto successo: la prova è che dopo la prima andata in onda con titolo originale, il 22 ottobre del 1939, fu ripresentato, il 13 aprile del 1944, con altro titolo (che però richiama questo): The Adventure of Dead Man’s Cavern, e un plot se non simile in tutto, lo è almeno per quanto il delitto vero e proprio: caverna, uscita posteriore non praticabile, distesa di fango immacolata davanti, vittima strangolata dentro la caverna, le cui impronte sono quelle rinvenute nel fango: l’assassino sembrerebbe essersi volatilizzato. La doppia andata in onda in sostanza del medesimo radiodramma, riscritto, è spiegabile col fatto che la prima andata in onda avvenne nel 1939, per conto di emittente radio della costa dell’ovest , mentre nel 1944 , essendo nata un’emittente che si rivolgeva agli stati della costa dell’est, il radiodramma fu ripresentato con altra forma e altro titolo. In quest’occasione, gli attori che interpretarono i vari personaggi furono tra gli altri Sydney Smith e il grande Orson Welles (che interpretò solo questo radiodramma queeniano, nel 1944).

La soluzione diciamolo subito, non è originale: deriva da un romanzo di Gaston Boca, un grande e dimenticato scrittore francese, di cui in futuro parlerò in ragione di suoi due romanzi pubblicati nelle Palmine anteguerra (in tutto i suoi romanzi polizieschi sono tre:L’Ombre sur le jardin,Les Usines de l’effroi,Les Invités de minuit ).

Questa soluzione poi è stata riutilizzata qualche anno fa, per una delle due soluzioni di un racconto di Halter inedito in Italia, Le loup de Fenrir: Paul quando gliel’ho chiesto, ha dichiarato di non aver letto neanche uno dei romanzi di Boca, e quindi è probabile che avendo lui letto quasi tutto di Christie Carr e Queen, il ricordo di questo radiodramma gli sia rimasto addosso.

P. De Palma

 

Ellery Queen: La grotta infestata (The Adventure of Haunted Cave, 1939) – trad. Mauro Boncompagni – da “Le falene assassinate e altri delitti” (The Adventure of the Murdered Moths and Other Radio Mysteries), Supergiallo Mondadori, Inverno, 2006ultima modifica: 2017-10-11T12:23:55+02:00da lo11210scriba
Reposta per primo quest’articolo