Ellis Peters : La sentinella della città morta (City of Gold and Shadows, 1973) – Il Giallo Mondadori N. 1367 del 1975

 

copertine gialli blog 009.jpgEllis Peters : La sentinella della città morta (City of Gold and Shadows, 1973) – Trad. Oriella Bobba – Il Giallo Mondadori N. 1367 del 1975

Ellis Peters è un nome conosciuto nel panorama del poliziesco internazionale, per le vicende di Fratello Cadfael, un benedettino detective nel Medioevo inglese. Ma pochi sanno che Ellis Peters cominciò con un altro personaggio, L’ispettore Felse, la sua carriera di scrittrice poliziesca, e fu proprio con questa veste, che conquistò nel 1963, L’Edgar.

Ellis Peters è scomparsa nel 1995. Era stata da poco nominata OBE (Official British Empire) per i suoi meriti letterari. Aveva vinto nel 1980, anche un Silver Dagger Award, per un romanzo della serie di Cadfael, Monk’s Hood. E poi aveva avuto anche un altro premio alla carriera.

Non aveva scritto solo romanzi polizieschi, ma anche vividi romanzi storici, in particolare su vicende del Galles, terra che amava in quanto aveva avi gallesi.

La Mondadori ha pubblicato parecchi suoi romanzi nel passato, ma da parecchio nulla più esce nelle sue collane; eppure gran parte della serie incentrata sulle gesta dell’Ispettore Felse, è stata sondata soprattutto negli anni sessanta, in Italia.

La serie cominciò nel 1938, con Murder in the Dispensary , con lo pseudonimo di Jolyon Carr , ma per molti anni non pensò neppure a continuare l’esperienza, e si dedicò invece a libri di saggistica e narrativa medievale. Nel 1951 riprese a scrivere polizieschi inaugurando la serie di Felse, col romanzo Fallen into the Pit, pubblicato assieme ai restanti, in epoca recente da Tea. Cominciò, ma poi..si bloccò subito: probabilmente il romanzo non riportò il successo che si aspettava. Dovettero passare quindi dieci anni perché la scrittrice inglese ritornasse col suo primo personaggio a raccontare una storia. Che però questa volta colpì il pubblico, come un fulmine a ciel sereno: Death and the Joyful Woman, pubblicato nel 1961, ottenne due anni dopo il prestigioso ed ambito Edgar Award dai  “Mystery Writers of America”. Fu persino ridotto per il piccolo schermo e presentato nel corso della prima stagione di The Alfred Hitchcock Hour, a testimoniare il successo che ebbe nel 1963.

Da allora quasi ogni anno, dal 1964 al 1970, sfornò un romanzo diverso con Felse. Nel 1973 uscì City of Gold and Shadows, che precedette l’episodio finale, Rainbow’s  End del 1978.

Perché la prima fortunata serie si interruppe nel 1973, ripresa e terminata del tutto nel 1978, si può immaginare: Ellis Peters doveva essersi scocciata di quel personaggio, e voleva ritornare a provar piacere nello scrivere, magari fondendo l’amore della storia gallese, con personaggi e storie vivide e ricche di riferimenti. Ecco allora la serie di Fratello Cadfael, cominciata nel 1977 e durata quasi vent’anni.

City of Gold and Shadows (il titolo originale, riportato nell’edizione italiana, City of the Gold Shadows, è sbagliato), venne pubblicato in Italia come La sentinella della città morta, titolo quantomai azzeccato una volta tanto, forse ancor più del titolo originale.

L’archeologo Alan Morris, scopritore di Aurea Phiaia, una città scomparsa di epoca romana, è scomparso dopo un viaggio in Turchia. Sua nipote, Charlotte Rossignol, musicista, viene contattata dal legale dello zio, perché prenda in sua vece delle decisioni riguardante i suoi beni e la sua eredità.

Diversamente da tutti gli eredi che sia possibile immaginare, dello zio e delle sue sostanze, abbastanza concrete, non frega assolutamente nulla. Tuttavia si interessa alla circostanza strana per lei, ma anche per il lettore, che cioè lo scopritore di una città sconosciuta in Galles, definita “città di piaceri”, in cui i soldati romani si riposavano in mille diversi modi, soprattutto in magnifiche terme, invece di perorare la sua scoperta, l’abbia sempre più affossata, nei suoi scritti.

Charlotte decide di vedere coi suoi occhi Aurea Phiaia, e vi si reca.

Lì conosce uno strano personaggio, un giovane, esperto della storia e dei luoghi, Gus Hambro, che prima non la interessa anzi le procura delle sensazioni spiacevoli, poi, come spesso accade, comincia ad interessarla. Sono entrambi testimoni delle gesta di una scolaresca, e di uno sfrontato “figlio di papà”, Gerry Boden, che durante una visita alla città morta, si becca i rimproveri degli addetti, volendo farsi bello e coraggioso, di fronte ai compagni. Gerry Boden scompare, e nessuno ne sa più nulla. Ma non è la sola cosa strana che accade.

Dopo essersi accomiatato da Charlotte, Gus Hambro dovrebbe andare a riposarsi, come le ha detto, ma invece va gironzolando di notte per la campagna, in direzione delle rovine: cosa vi andrà mai a fare? Fatto sta che Charlotte ha come un presentimento e va a vedere cosa sta facendo Gus: lo troverà quasi morto, affogato, in una pozza d’acqua: il torrente, ingrossato dalle piogge, ha lambito la strada, causando degli smottamenti anche nelle rovine della città. Gus viene trovato da Charlotte per terra,  con la faccia affondata nell’acqua del torrente che lambisce la strada, riverso per traverso. La cosa è parecchio strana: la giacca non è bagnata, salvo la porzione immediatamente vicina al collo e al petto, e sulle spalle presenta delle macchie sospette di fango, che fanno immediatamente pensare alla suola di una scarpa, quasi che qualcuno abbia voluto, deliberatamente, affondare la testa e e il torace di Gus nell’acqua. Ma Gus è vivo, seppure debolmente. Charlotte gli presta le prime cure, poi va a cercare soccorsi, e lo salva.

Nessuno dei soccorritori, specie Stephen Paviour , conservatore del museo, e sua moglie Lesley, sembrano prestare attenzione alle congetture di Charlotte, anzi le mettono nel ridicolo.

Gus si ricorda poco alla volta, di esser stato colpito alle spalle, ma nel prato: quindi è stato trascinato verso il ruscello con lo scopo di ucciderlo. Ma perché?

Fatto sta che le stranezze e le vicende tenebrose continuano: Gerry Borden, che sapeva nuotare come un pesce, viene ritrovato affogato. Le indagini autoptiche dimostrano successivamente che ‘ stato ucciso.

C’è qualcuno che nell’ombra uccide. E del resto Gus è scampato alla morte, solo perché il suo assalitore si è dileguato all’arrivo di Charlotte.

Ben presto la vicenda della misteriosa città e delle sue rovine, riserva inaspettati sviluppi.

La città ha una fama sinistra: Lesley giura di aver visto, il fantasma di una sentinella romana, fare ancora il turno di guardia; qualcun altro invece asserisce di aver visto da lontano un elmo luccicare. Inoltre negli indumenti di Gerry viene ritrovata, accuratamente conservata, una medaglia d’oro romana, del tempo di Comodo, meravigliosamente conservata: come ha potuto superare i travagli del tempo, non corrosa minimamente? Quando era stata trovata? Sicuramente durante la visita agli scavi assieme ai suoi compagni. Ma…dove?

Pare che gli ultimi istanti della sua vita li abbia trascorsi nel capanno dei prodotti chimici, di proprietà del giardiniere- tuttofare Orlando Benyon: è lui che trova le tracce.

Chi mai agisce nell’ombra?

Gus Hambro, esperto di antichità? Ma perché qualcuno ha tentato di ucciderlo?

Oppure i coniugi Paviour ?

Oppure Bill Lawrence, assistente di Paviour e che aveva conosciuto lo zio di Charlotte, il Professor Morris?

E dove è finito Morris? E’ lui che nell’ombra uccide?

Oppure è coinvolto Benyon?

Felse, chiamato in causa dopo la morte di Gerry, un’idea ce l’ha: qualcuno ha trovato qualcosa che non vuole sia trovato da altri, magari un tesoro.

Ma sarà proprio Gus, ancora una volta a trovarsi in pericolo di vita: dopo una sbandata per Lesley, nonostante sia attratto da Charlotte e sia ricambiato, deciso ad andare via, viene ancora una volta aggredito, la sua auto viene ripescata senza di lui, e lui si ritrova negli ambienti sotterranei sotto il calidarium, murato vivo, da una frana appositamente provocata che ostruisce l’univa via di sfogo verso l’esterno. Nella sua lotta per la vita, troverà la risposta a non pochi interrogativi.

E’ bene dire subito che la parte del protagonista non è riservata a Felse ma a Gus: è lui che trova la risposta a vari interrogativi e solo alla fine si è informati sul suo ruolo nella vicenda. Felse ha una sua collocazione per certi versi secondaria: è vero che scopre l’assassino, ma è anche vero che l’assassino ed il suo complice possono essere individuati molto prima. Del resto, la Peters impegnata più a tratteggiare le storie d’amore (in pratica ve ne sono tre) e a descrivere gli scenari in cui la storia si muove, pone poca attenzione alla tensione narrativa, che man mano scema, riservando qualche sorpresa proprio nella ricerca di un uscita nel sotterraneo in cui è stato murato Gus, e nelle sorprese che lì ritrova.

Il finale quindi, più che riservare una sorpresa, serve a confermare i sospetti ed individuare in maniera incontrovertibile l’assassino ed il suo complice

Del resto gli indizi lasciati qua e là, se fanno intuire come alla base della vicenda vi sia un commercio di reperti archeologici, non riservano altri collegamenti, per cui, anche se i colpevoli gioco forza (almeno uno dei due) possono essere individuati, ciò avviene per una concatenazione di cause-effetto, che il lettore osserva senza aver potuto in qualunque modo prevedere come gli avvenimenti sarebbero potuti svolgersi e che invece attiene in massima parte alla sfera investigativa dell’Ispettore cui partecipa Gus Hambro.

Peraltro, la stessa cattura dell’assassino, è la conseguenza di un tranello, vecchio come il mondo: l’esca è Gus, debole ed indifeso a letto, la preda è l’assassino che non può lasciare in vita colui che si dice lo abbia visto in faccia (ma è solo un bluff), e quindi cade nella trappola, tesa dalla polizia. Una volta catturato l’assassino, il complice si tradisce da solo ingenuamente, in quanto non sa cosa Gus abbia visto nell’ipocausto (il condotto sotterraneo che forniva aria calda alle terme).

Un romanzo insomma, splendidamente costruito, ma che poi si sgonfia pian piano. E la stessa rivelazione finale riguardante il Professor Morris, è stata già metabolizzata pagine prima dal lettore attento.

Se si vuole, le cose più interessanti di questo romanzo afferiscono alla sfera sentimentale, alle storie d’amore, che difficilmente entrano nei romanzi gialli, e che invece di questo romanzo costituiscono le basi.

Pietro De Palma

Ellis Peters : La sentinella della città morta (City of Gold and Shadows, 1973) – Il Giallo Mondadori N. 1367 del 1975ultima modifica: 2012-09-02T00:13:36+02:00da lo11210scriba
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