RADIOGIALLI – Oscar Teatro e Cinema n.54 del 1989

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Oggi è il compleanno di mio padre. Direte: Auguri, ma..che c’entra con un Giallo? Perché c’entra un Giallo,no? Non proprio un Giallo, ma..c’entra, c’entra..

E nello stesso giorno, 18 dicembre del 1923, il grande pianista Mischa Levitzky incideva il pezzo forse per il quale è rimasto famoso, ossia La Melodie d’Orphée trascritta da Sgambati per il pianoforte dall’aria omonima dell’opera Orphée et Euridice di Gluck. Direte: ma che c’entra? C’entra, c’entra. O forse c’entra un pochino, ma comunque c’entra, perché il 18 dicembre, cioè oggi, di un anno imprecisato (il 1923 non c’entra nulla), è ambientato un radiogiallo contenuto nel libro di cui voglio parlare oggi: un Oscar Mondadori, targato Teatro e Cinema, dal titolo evocativo : RADIOGIALLI, una raccolta imperdibile, pubblicata e da me acquistata più di vent’anni fa, nel 1989 : radiogialli di Ellery Queen, John Dickson Carr, Dashiell Hammett, Cornell Woolrich; piccoli gioielli, da leggere e rileggere, tanta è la godibilità.

Il radiogiallo che è ambientato il 18 dicembre è The Hangman Won’t Wait, “Il Boia non aspetta” di John Dickson Carr, trasmesso nel 1943 : quello è il periodo in cui Carr produsse una serie di bellissimi radiogialli, che trasmettevano alla BBC. Erano testi incredibili, scritti con tale maestria da provocare ancor oggi, che siamo rotti ad ogni trucchetto, ancora una certa apprensione, e suspence pura alla lettura: figurarsi, come dovevano essere queste trasmissioni radiofoniche, quando furono concepite! E cosa potevano e dovevano evocare! Dovevano però innanzitutto distrarre, distogliere le menti dei cittadini britannici, dalla guerra, dai bombardamenti, dalle V1 e V2 che piovevano su Londra: anche Carr subì il bombardamento di casa sua.

E’ un testo assolutamente portentoso, che vede protagonista il Dottor Fell al centro di una macchinazione che sta portando al capestro una giovane innocente: qualcuno l’ha vista uccidere il fidanzato mentre quello con le mani alzate implorava pietà. Verdetto: impiccagione. Solo che lei di tutto questo non si ricorda nulla. E’ tutto deciso, ma, all’ultimo momento accorre Fell che sovverte ogni ragionamento e ogni decisione, fornendo la propria spiegazione di fatti che tutti dal giudice all’avvocato dell’accusa e della difesa, alla giuria, non sono riusciti a spiegare; e sarà un foro nel panciotto ed uno nella giacca, non nella corrispondenza che avrebbero dovuto avere secondo l’accusa, al momento dello sparo, a fornire la prova dell’innocenza della condannata a morte e a far balenare invece la colpevolezza di altri.

Ma altri due radiodrammi sono presenti nella raccolta: la sensazionale Cabin B-13, e l’inquietante The Phantom Archer (L’Arciere Fantasma); tre radiodrammi scelti dal curatore dell’Oscar, Gian Franco Orsi, a riassumere il credo dell’autore britannica: deduzione straordinaria (“Il Boia non aspetta”), Sovrannaturale e Delitto Impossibile (“L’Arciere Fantasma”), sparizione impossibile, questa volta addirittura della Cabina di una nave (“Cabina B-13”). Cabina B-13 è talmente famosa, che non la cito; mentre “L’Arciere Fantasma” è un altro piccolo gioiello: Lady Drew è stata uccisa da una freccia, pare scoccata all’estremità di una galleria, senza però che nessuno abbia visto qualcuno scoccarla e senza che alcuno abbia sentito il rumore della corda dell’arco vibrare dopo il tiro. Questa volta non c’è Fell a dipanare la matassa, ma il professor Ballard, che però si dimostrerà lo stesso eccezionale nell’arrivare alla soluzione del caso, del delitto provocato non da mano di fantasma ma umana. Va detto che nelle drammatizzazioni radiofoniche, questi due radiogialli furono interpretati da quel Ralph Bellamy, già interprete qualche anno prima di alcuni films in cui aveva interpretato Elelry Queen.

E proprio di Ellery Queen sono alcuni pezzi : The Invisible Clue (l’Indizio invisibile), con un inventore, spaventato a morte da minacce di morte, che alla fine viene ucciso dall’unica persona che avrebbe potuto avvicinarsi a lui senza destare sospetti e pugnalarlo al collo, senza lasciare la minima traccia di sangue sui suoi vestiti; The Disappearance of Mr. James Phillmore (La Scomparsa di James Phillmore), una deliziosa sparizione impossibile, una goduriosa Camera Chiusa che avrebbe fatto la gioia di Carr: un tale, un truffatore, rientra in casa, sotto gli occhi della polizia che tiene sott’occhio casa sua, per prendere l’ombrello, e poi..non si trova più in casa, e il suo maggiordomo giura che è uscito ma non rientrato.. Ma come è uscito? E infine un delitto legato alla sparizione di alcuni diamanti, in The Man Who Could Double the Size of Diamonds, “L’uomo che raddoppiava i diamanti”. Tutti saranno risolti da Ellery, che in tutti e tre i lavori, oltre che essere affiancato da suo padre Richard Queen, è in compagnia di un personaggio femminile all’uopo creato per queste avventure radiofoniche: la sua dattilografa investigatrice, Nikki Porter.

Nella raccolta ci sono anche dei radiogialli di Cornell Woolrich: The Night Reveals, “Incendio nella notte”: parla di un piromane; Three o’ clock, “La sveglia”, un altro su un marito che crede di aver preparato una bomba collegata ad una sveglia per uccidere la moglie ma è sorpreso dai ladri, e imbavagliato e legato attende che la sveglia collegata ad una bomba rudimentale, lo faccia “saltare per aria”, non sapendo che la moglie ha tolto l’esplosivo e l’ha usato come concime: avrà un esito tragico comunque; Library Book, “Un libro in prestito”, rivelerà un rapimento; e infine, The Wardrobe Trunk, “Il Baule”, una piccola storia dark, macabra, illuminata dal beffardo spirito di Woolrich : un imbroglione riesce a circuire una commessa di gioielleria, facendole credere di amarla e poi al momento opportuno sostituisce delle perle di enorme valore con alcune di valore inesistente. La sorte gli riserverà un destino amaro: mentre sta per partire, col baule già pronto, ecco la sua fidanzata materializzarsi che capisce presto di essere stata presa in giro: strattonata muore e lui non vede altra soluzione che..il baule, come nel film di Hitchcock: mettervi il corpo, tanto più che è esile e piccolo. Ma..il baule sarà la sua rovina: troverà in treno un poliziotto federale che gli si metterà alle calcagna e con lui condividerà la cabina della nave, tanto che dopo aver causato la morte della ex fidanzata, pensando di essere in trappola non penserà ad altro che uccidere l’agente dell’ FBI e sbarazzarsi del corpo di quello e della sua fidanzata in alto mare, ma…finale straordinario da Woolrich.

C’è anche un piccolo apocrifo sherlockiano di Green & Taylor ; e poi The 19th Pearl, “La diciannovesima perla”, un radiogiallo di Hammett, molto movimentato, con un detective ciccione che si innamora di una ragazza ingiustamente accusata di omicidio e di appropriazione indebita di una collana di perle, e la difende dall’accusa di omicidio: un piccolo hardboiled giocato però sui fili della detection classica, in modo tanto sapiente come solo Hammett sapeva fare. Il finale è da antologia, dolce e amaro nel tempo stesso : il detective grassone cerca di dimenticare il suo flirt con la donna che gli è diventata amica (e forse qualcosa in più) perché..le donne non amano i grassoni.

Non sempre vero però.

P. De Palma

RADIOGIALLI – Oscar Teatro e Cinema n.54 del 1989ultima modifica: 2010-12-18T23:51:00+01:00da lo11210scriba
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